sabato 28 gennaio 2012

Report 25 gennaio

Eravamo in undici questa sera. La riunione, molto operativa sulle scadenze degli impegni che ci eravamo prese la scorsa settimana, è incominciata alle ore 18,00 ed alle 19,40 è terminata.
Eccovi in sintesi gli argomenti trattati.
1) Convegno nazionale sul tema del LAVORO che SNOQ Bologna sta organizzando per l’11 e 12 febbraio prossimo.
Albalisa ci ricorda che mercoledì scorso si è deciso di partecipare con una nostra comunicazione utilizzando quanto prodotto nel nostro workshop del 19 novembre proprio su questo tema. Elena e Costanza (alle quali durante la settimana, si è aggiunta Lucia Bigliazzi), hanno dato la loro disponibilità a scrivere l’intervento che sottoporranno a tutte noi nell’incontro settimanale di mercoledì 1° febbraio p.v.
Precisa di aver scritto a Bologna proponendo la nostra partecipazione e richiedendo informazioni sulla struttura definitiva del Convegno. La loro risposta è stata ancora interlocutoria: hanno accolto con piacere la ipotesi di un nostro specifico contributo riservandosi, non appena pronte, di comunicarci lo schema organizzativo , il programma definitivo, i tempi dell’ intervento ecc.
Elena sottolinea come sia necessario procedere su due piani:
a) Costruire in dettaglio tutto il materiale prodotto dal nostro work shop del 19 novembre u.s. (atti del Convegno), prendendoci il tempo necessario
b) Preparare un breve intervento per il convegno di Bologna del prossimo febbraio utilizzando i contenuti elaborati per e durante il nostro work shop.
Pur non conoscendo il programma e le modalità del Convegno di Bologna, ci informa di aver già incominciato a lavorare su uno schema snello di intervento che comprende:
- una breve premessa sul significato del nostro work shop, sulle modalità, sulla partecipazione, ecc;
- per ognuno dei tre temi trattati ovvero, welfare – decrescita – femminilizzazione, efficaci riferimenti alle relazioni introduttive preparate dai 3 gruppi di lavoro che hanno lavorato prima dello work-shop, ai contributi delle maestre intervenute nella mattinata, al dibattito che si è svolto nei tre gruppi di lavoro pomeridiani, alle conclusioni della plenaria a fine incontro.
Ha già scritto una prima bozza sulla parte riguardante la decrescita e l’ ha inviata a Costanza per la scrittura della parte relativa alla femminilizzazione del lavoro.
Ilaria precisa che con Barbara ha elaborato suggestioni e contributi sul tema della decrescita e di averli già inviati a Elena per l’intervento che farà a Bologna. Il lavoro del gruppo decrescita comunque proseguirà per produrre gli atti del nostro work shop.
Giulia come Ilaria, si impegna per il gruppo welfare a predisporre materiale di sintesi, utile per l’intervento di Elena a Bologna nonché a proseguire con il gruppo per la predisposizione degli atti dello workshop.
2) Perfomance teatrale per marzo 2012
Il gruppo teatro si sta formando. Durante la prima riunione che si è svolta a casa di Albalisa lunedì 23 gennaio u.s. si è delineato il tema, indicati alcuni testi utili, idee e spunti sulle musiche, sulla scenografia ecc. Albalisa ha già scritto sia al Comune di Siena che alla Provincia per il patrocinio ed il supporto organizzativo, ottenendone la più ampia disponibilità. Molto probabilmente la perfomance sarà al Teatro dei Rozzi il 21 marzo prossimo (con le rondini a primavera). Dovremo lavorare assiduamente ed il prossimo incontro sarà a casa di Ilaria lunedì 30 gennaio p.v. alle ore 19,00 già mangiate.
3) 26 gennaio , fiaccolate SNOQ a Roma e in tante città italiane contro la violenza maschile sulle donne.
A questa sera, l’unica nostra modalità di partecipazione possibile, come già ribadito in una precedente e mail da Albalisa, è quella di accendere un lumino alle ore 18,00 alle finestre delle nostre case e di stendere un comunicato stampa da inviare domani mattina ai media.
Albalisa si impegna ad inviare una e mail a tutte in tal senso, scrivere il comunicato e chiedere a Carla F. di provvedere all’invio del comunicato agli organi di stampa.
Giulia propone di tentare di organizzare un sit-in con candele, lumini e megafono in Piazza Salimbeni.
Antonia cerca di contattare il Comune di Siena (Assessore Polizia Municipale e funzionario della Polizia Amministrativa), per capire quali procedure attivare per poter effettuare il sit in. I tempi sono però tanto stretti e probabilmente non ci si farà.
Da parte di tutte non manca il rincrescimento per non essere riuscite ad organizzare alcunché nonostante alcune proposte siano state avanzate, tipo il flash-mob, ma non portate a buon fine. Sono emerse alcune riflessioni: forse manchiamo di velocità nel rispondere adeguatamente e per tempo alle proposte che ci arrivano dagli altri comitati; forse ci manca la capacità anche individuale di prendere l’iniziativa, di fare proposte fattibili, di coinvolgere altre di noi (ma anche il territorio) al fine di realizzarle concretamente. Dovremmo riparlarne tutte insieme.
4) Incontro a Roma il 28 febbraio p.v. per la Rete delle Reti.
Giulia ci comunica che molto probabilmente sarà a Roma in quei giorni e quindi cercherà di ritagliare dai suoi impegni la mattinata del 28 gennaio per poter partecipare all’incontro con Tatiana che, sempre attraverso Giulia, non essendo presente questa sera, si é resa disponibile.
5) Carla Fronteddu partecipa il 4 febbraio p.v. ad Abbadia San Salvatore (Monte Amiata) ad un dibattito dello SPI CGIL della provincia dii Siena il cui tema é: Donne, Media e Lavoro.
Saranno presenti anche Valeria Fedeli della CGIL nazionale e del CP SNOQ e l’Onorevole Rosy Bindi. Chiunque voglia saperne di più si metta in contatto con Albalisa.
6) PISSR – Piano Integrato Sanitario e Sociale della Regione Toscana. Gruppo di lavoro regionale coordinato da SNOQ PISA.
Per il nostro Comitato, all’incontro del gruppo regionale di lavoro a Pisa hanno partecipato Serenella Civitelli e Gianna Massari.
Gianna ci ha riferito che la riunione è stata molto articolata e corposa. Sul Piano è stato espresso un giudizio negativo ritenendolo riduttivo anche rispetto al precedente Piano regionale toscano. Manca infatti di qualunque sostanziale riferimento alla 194 e al grave problema per esempio del preoccupante aumento dell’obbiezione di coscienza, non si fanno riferimenti fattuali alla questione della violenza di genere ecc. Comunque, il gruppo di lavoro ha deciso di percorrere il testo del Piano modificandolo laddove ritenuto carente o incompleto, emendandolo dove necessario, ed ha già richiesto un incontro interlocutorio con la Commissione Sanità (IV) del Consiglio regionale. Se tale richiesta non verrà accolta, c’è la volontà di mettere in atto azioni di pressione sulle quali saremo tenute costantemente al corrente anche per allargare quanto più possibile la presenza.. Gianna sottolinea che tra le richieste per noi inderogabili c’è la condizione che sia i Primari d’Ospedale di Ostetricia e Ginecologia sia i medici dei Consultori non debbano essere obiettori di coscienza né all’atto dell’incarico né in itinere. Comunque arriverà il report dettagliato dell’incontro a tutti i Comitati Toscani e, data l’importanza della materia, sarà inoltrato a ciascuna di noi.
ARRIVEDERCI A MERCOLEDI’ 1 FEBBRAIO ORE 17,30 TENETE PRESENTE CHE L’INCONTRO AVVERRA’ PRESSO LA MANSARDA DELLA CGIL – LA LIZZA - SIENA

Antonia Banfi

giovedì 26 gennaio 2012

Comunicato stampa in occasione delle iniziative in memoria di Stefania Noce

Questa sera, 26 gennaio, in contemporanea in tutta Italia, verranno accese migliaia di fiaccole per ricordare Stefania Noce, una giovane donna di Catania uccisa dal suo ex-fidanzato e tutte le donne vittime di violenza maschile.
Nella nostra città, Siena, pochi giorni fa, una donna é stata aggredita e violentata sessualmente. Le siamo profondamente vicine e le esprimiamo la nostra solidarietà, mentre auspichiamo una rapida ed equa azione di condanna nei confronti dell'uomo che ha commesso questo terribile gesto.
La violenza contro le donne è indegna di una società civile ed è la più drammatica dimostrazione dello squilibrio di potere tra i due sessi. Vogliamo però ricordare a tutte e a tutti che la più alta percentuale di atti di violenza (93%) si consuma all’interno della famiglia.
In questi casi l’aggressore non ha il volto dello straniero o dello sconosciuto, ma siede alla nostra stessa tavola, dorme nel nostro stesso letto ed allora l’offesa perde i suoi contorni e produce comprensione, adattamento e troppi, davvero troppi complici silenzi.
E' necessario quindi lavorare ad ogni livello della nostra società, ma in particolare nelle comunità educative,  contro gli stereotipi e le credenze socialmente determinate che contribuiscono a perpetuare le condizioni che creano la violenza di genere e l'accettazione della stessa.
Invitiamo pertanto tutte e tutti ad accendere una candela questa sera a partire dalle ore 18, un atto simbolico di condivisione e di consapevolaezza.
Le Donne del 13 febbraio - Siena - Comitato Se Non Ora Quando

giovedì 19 gennaio 2012

Report 18 gennaio

Alla fine del nostro incontro settimanale, ieri sera, si percepiva un rinnovato entusiasmo. Forse il lungo intervallo natalizio, ma in particolare le vicende legate alla manifestazione del 11 dicembre, quando per la prima volta ci siamo trovate di fronte alla difficoltà di agire nella pratica la non unanimità, avevano avuto su ciascuna inaspettate conseguenze. Una struttura come la nostra che non si ri-fa a modelli consueti e sperimentati, può soffrire per la mancanza di punti di riferimento organizzativi che evidentemente soccorrono nei momenti di crisi. Noi però abbiamo una cosa preziosa che é la nostra carta di intenti e non a caso ieri sera molte vi hanno fatto riferimento.
Ha iniziato Ilaria parlando con molta chiarezza della sua perdita di entusiasmo, ma allo stesso tempo facendo appello a tutte affinché si ritrovi fiducia reciproca, partendo dal presupposto della buona fede. Usiamo la forza delle parole non negandoci il pieno diritto di esprimere le nostre opinioni, sapendo che sono accolte, anche nel non accordo, con attenzione e rispetto.

Cura del gruppo dunque a partire dalle modalità di ascolto e di confronto!!!

Su questo sono tornate quasi tutte, esprimendo al contempo e con parole diverse, ma sentite, la convinzione dell'ottimo lavoro svolto sino ad ora e della necessità di riprenderlo a pieno.

Costanza a questo proposito ha posto l'accento su quanto prodotto durante il workshop sul lavoro del 19 Novembre. Come vogliamo procedere? Potremmo, in una prima fase, ri-formare i gruppi di lavoro che hanno lavorato alle relazioni introduttive, affinché assumano il compito di mettere insieme il materiale? e poi cosa vogliamo farne, un opuscolo, un libretto?

Una prima risposta l'ha individuata Antonia proponendo di comporre un documento che qualifichi la nostra presenza all'incontro nazionale dei comitati SNOQ (Bologna 11 e 12 Febbraio). Il tema all'ordine del giorno sarà il lavoro e quindi quale migliore occasione per stimolare la ripresa dei nostri materiali. Costanza ed Elena sono per ora i punti di riferimento per questo compito, mentre manca un nominativo per il gruppo maternità. Chi si fa avanti? Ciò che elaborerà questo gruppo e che ci rappresenterà a Bologna, dovrebbe essere condiviso nella riunione di mercoledì 1 febbraio.

Ecco dunque che già si profila un'altra modalità di cura del gruppo; l'ha ben sintetizzata Elena, trovando tutte d'accordo: spostiamo il focus sul fare, sul lavoro nei gruppi, sul frequentarci per obbiettivi comuni, così creeremo le basi sulle quali poterci anche permettere tranquillamente di trovarci in disaccordo.

Anche Silvia a suo modo ci richiama a quello che lei definisce il nostro primo obbiettivo: fare politica. Forse, secondo lei, siamo più brave sul piano del lavoro che su quello delle relazioni, ma si potrebbe anche aggiungere che senza l'uno non esisterebbe l'altro e che mantenerli in un buon equilibrio é il rischio che ci siamo assunte.

Non sono mancati riferimenti alle difficoltà di rapporto con il Comitato Promotore. Gianna in particolare ritiene che quest'ultimo si trovi in un empasse che riguarda soprattutto il ruolo che si é assunto o meglio la non chiarezza intorno a questo ruolo. Contemporaneamente prende forza il nostro coordinamento regionale e questo é quanto dovremmo portare all'eventuale incontro previsto per metà Febbraio e dal quale dovrebbe scaturire una forma organizzativa più consona e più funzionale alla complessità del progetto politico di SNOQ.

Anche Lucia Civitelli e Samantha hanno espresso il desiderio di lavorare e superare il clima di incertezza che si é creato negli ultimi tempi, ristabilendo parametri di fiducia, con il coraggio di esternare ciò che non ci torna.

Il gruppo vale molto e va difeso e sostenuto.

Ci aspettano quindi diversi impegni:oltre a Bologna, infatti, SNOQ Milano ha appena lanciato l'invito ad un incontro nazionale dei Comitati (3 o 4 Marzo, ci faranno sapere quanto prima) per cominciare a parlare di rappresentanza e di democrazia paritaria. Antonia ha proposto di costruire un nostro gruppo di lavoro che mantenga però anche il contatto con il Comitato di Firenze che per la Rete Toscana, fa da riferimento su questo tema. Definiremo il gruppo il prossimo mercoledì.

Lunedì 23 alle ore 19 invece iniziamo a lavorare allo spettacolo che vorremmo proporre come nostra iniziativa all'interno del cartellone del 8 marzo. Anche su questo vi aggiorneremo strada facendo.

Il rinnovato entusiasmo é dunque misura necessaria per sostenerci nella prossima stagione che si profila quasi un anno dopo la nascita del nostro movimento.

Arrivederci dunque a mercoledì 25 gennaio ore 17,30 alle Stanze della Memoria. 
Albalisa

martedì 17 gennaio 2012

Sotto esame dell'Onu l’Italia che uccide le donne

127 donne uccise per motivi di genere nel 2011 in Italia, con un picco tremendo in dicembre. Un rapporto su questa piaga alla base delle "raccomandazioni" dell'Onu al nostro Paese. Se ne discute oggi a Montecitorio


Il 2011 si è chiuso, per gli italiani e le italiane, con il sangue delle 127 donne uccise per motivi di genere, cioè in quanto donne, con un picco che ha visto durante le vacanze tra Natale e Capodanno un lungo elenco di nomi femminili in cronaca nera: Stefania Noce, 24 anni, morta accoltellata dall’ex fidanzato sul balcone di casa sua; Daniela Bertolazzi, 60 anni, uccisa in camera da letto dal suo convivente a martellate sulla testa; Silvia Elena Minastireanu, romena di 20 anni, uccisa il 23 dicembre a casa sua, strangolata da Luca D'Alessandro, 18 anni; Rosa Allegretti, prostituta uccisa da Costabile Piccirillo, giardiniere di Agropoli, trovata seppellita con mani e piedi legati, colpita con un bastone e con in bocca con un fazzoletto e nastro isolante; Mariya Alferenok, ucraina di 53 anni e da dieci anni a Melfi, uccisa a calci e pugni dal convivente, ritrovata col volto tumefatto a casa sua. Un elenco che con l’inizio del nuovo anno ha continuato con un trend in salita con la morte di quasi una donna al giorno, uccise da mariti, conviventi, ex partner: 12 donne finora, tra cui Enza Cappuccio, 33 anni, cieca, madre di 6 figli, arrivata all’ospedale Cardarelli di Napoli accompagnata dal marito, dal cognato e da un amico, ormai senza vita ma con segni evidenti di contusioni e probabile strangolamento, nonché in una condizione fisica di evidente denutrizione; Rosetta Trovato, 38anni, uccisa dal marito, strangolata davanti alla figlioletta; e Stefania Mighali, 40 anni, uccisa a coltellate dal marito, che dopo il femicidio ha appiccato il fuoco alla casa sterminando la famiglia e gettandosi poi dal balcone. Un quadro agghiacciante che spiega con i fatti quanto l’Italia abbia bisogno di cambiare in profondità il suo modo di trattare le donne. Ma il femicidio, estrema conseguenza della violenza contro le donne, non è un problema nuovo ed è stato anche ampiamente affrontato nel “Rapporto Ombra”, redatto dalle associazioni e dalle Ong italiane – sulla situazione delle italiane nel lavoro, il welfare, la politica, gli stereotipi, fino appunto alla violenza – che dopo essere stato presentato a New York in luglio, alle Nazioni Unite (Cedaw), stamattina sarà al centro della discussione che si tiene alla Sala Mappamondo della Camera (piazza Montecitorio 1), con interventi di tutte le parti riunite nella Piattaforma “Lavori in corsa - 30 anni CEDAW” - Simona Lanzoni di Pangea, Barbara Spinelli di Giuristi democratici, Rossana Scaricabarozzi di ActionAid e Titti Carrano di D.i.re (Donne In Rete contro la violenza) - con un intevernto di Violeta Neubauer, membro del Comitato CEDAW, e le rappresentanze politiche invitate dalla On. Rosa Maria Villecco Calipari, che coordina il convegno moderato dalla giornalista Tiziana Ferrario, e con le conclusioni della ministra del Lavoro, con delega alle Pari Opportunità, Elsa Fornero. Un’occasione unica per capire come è possibile che l’Italia si sia ridotta in queste condizioni.
“Nel Rapporto Ombra – dice l’avvocata Titti Carrano che ha partecipato alla stesura per la parte che riguarda la violenza sulle donne nel testo presentato alle Nazioni Unite – è scritto chiaramente che nel monitoraggio che fanno le associazioni che si occupano di questo problema, emerge l’assoluta inadeguatezza dell’Italia su diversi fronti: non esiste ancora una legge sulla violenza di genere che comprenda, oltre alla violenza sessuale, tutte le forme di violenza che una donna può subire; l’insufficienza delle strutture dei centri antiviolenza che non hanno garanzie di finanziamento costante da parte degli enti locali e che quindi non riescono a garantire la copertura e la domanda del territorio; la mancanza allarmante di un’osservatorio nazionale su quello che è la violenza in Italia e quindi una carenza di dati ufficiali attendibili, in quanto sempre disgregati, o perché a livello territoriale o perché senza un osservatorio di genere; e infine la gravissima cecità rispetto alla violenza assistita dai minori nell’ambito domestico, dove si consuma una violenza reiterata nel tempo e quindi doppiamente traumatica”.
Nelle Raccomandazioni del Comitato Cedaw al Governo italiano, fatte a seguito della presentazione del “Rapporto Ombra” redatto, ricordiamolo, dalle associazioni e non dal nostro governo - che non si è sentito in “dovere” di fare un’analisi e un quadro della situazione disastrosa della donna in Italia pur avendo ratificato la Convenzione nel 1985 – si intuisce chiaramente la possibilità che ci sia una resposabilità delle istituzioni italiane non solo per quanto riguarda la discriminazione di genere nella politica, nel lavoro, nel perdurare degli stereotipi maschilisti, ma anche per quel che riguarda la crescita del femicido, in quanto si legge che il Comitato si dichiara “preoccupato per l’elevato numero di donne uccise da partner ed ex partner che può indicare un fallimento delle autorità dello Stato nel proteggere adeguatamente le donne vittime dei loro partner o ex partner”.
Un’affermazione che richiama alla mente le tante separazioni che si concludono con violenze fisiche o psicologiche, con stalking e minacce, o appunto con la soppressione fisica della donna, con un atto di violenza estrema, che alcuni giornali continuano a chiamare: “delitto passionale” o “raptus di un folle”. Una tragedia ormai inarrestabile di cui sono responsabili quindi anche quelle autorità che omettono di applicare norme di allontanamento di ex partner pericolosi, o che non distinguono la conflittualità di coppia dalla violenza vera e propria, e che “si dimenticano” di dare protezione appunto alla potenziale vittima, compresi i minori nel caso siano presenti.
Ad analizzare in profondità questo bel panorama da horror all’italiana, sarà in questi giorni, Rashida Manjoo, esperta indipendente incaricata dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per il monitoraggio della violenza contro le donne nel mondo, che, in visita nel nostro paese, ha spiegato come “questa missione mi offre un'occasione unica per discutere e relazionare sull'impatto delle politiche e dei programmi adottati in Italia per combattere il problema”. Manjo, docente al Dipartimento di Legislazione Pubblica dell’Università di Cape Town, è stata nominata Relatore speciale sulla violenza contro le donne, nel giugno 2009 dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per un periodo iniziale di tre anni, e come relatore speciale è indipendente da qualsiasi governo o organizzazione. In quanto relatore speciale sulla violenza contro le donne, Rashida Manjoo analizzerà le cause e le conseguenze del fenomeno, investigando su tutte le forme di violenza: da quella domestica, alla violenza perpetrata o tollerata dallo Stato, la violenza in ambito transnazionale, la violenza contro i rifugiati, richiedenti asilo e le donne migranti, e alla fine della sua visita, il 26 gennaio, illustrerà durante una conferenza stampa, presso la Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale (SIOI), i primi risultati del rapporto che sarà illustrato, con le raccomandazioni, nella ventesima sessione del Consiglio dei Diritti Umani nel giugno 2012.

Il Manifesto
Luisa Betti 17.01.2012

sabato 14 gennaio 2012

Report 11 gennaio 2012

Spettacolo teatrale per l’8 marzo: si conferma la proposta di mettere in scena un nostro spettacolo in occasione dell’8 marzo: è ancora tutto da decidere (testo, appuntamenti per le prove…); tutte le interessate, anche se indecise o solo curiose, sono invitate a fermarsi mercoledì prossimo dopo la riunione per un primo incontro.
C’è comunque l’intenzione di chiedere un incontro a tutti i gruppi di donne di Siena per coordinarci nell’organizzare la giornata dell’8 marzo.
Variazione appuntamenti settimanali: per consentire al maggior numero possibile di donne di partecipare almeno saltuariamente ai nostri incontri settimanali, è stato deciso di sperimentare uno spostamento di giorno e di ora dell’appuntamento una volta al mese con la seguente modalità: ogni primo lunedì (ore 18.30) sostituisce il mercoledì successivo.
Ad esempio, per febbraio, ci incontreremo: il mercoledì 1 febbraio, 17.30; il lunedì 6 febbraio, ore 18.30, invece del mercoledì 8; tutti i mercoledì successivi, il 15 il22 e il 29, normalmente alle 17.30. 
Resoconto Pisa (Siena, Pisa, Firenze, Livorno, Pistoia, Massa)
Ilaria chiede coma mai erano presenti alla rete regionale due rappresentanti del Comitato promotore (CP), Nicoletta Dentico e Valeria Fedele.
Alba spiega che solo 24 ora prima dell’incontro si è saputo che Lea di Firenze sentendosi con il CP per altre ragioni aveva concordato questa loro partecipazione. D’altra parte due rappresentanti del CP hanno partecipato ieri ad un incontro con il Comitato di Milano e forse ad altri ancora: è evidente che il CP ha registrato le difficoltà emerse, a partire dall’organizzazione dell’11 dicembre e non solo, intorno alla definizione del proprio ruolo rispetto alla rete nazionale e riguardo l’organizzazione di una più efficace e democratica gestione delle comunicazioni e delle decisioni all’interno della rete snoq.
La mattinata dell’incontro di Pisa è stata dunque dedicata al confronto con le rappresentanti del CP: sono state riferite tutte le difficoltà e perplessità che conosciamo riguardo i rapporti tra CP e CL (Comitati Locali); Nicoletta e Valeria hanno compreso e condiviso le istanze avanzate, non hanno fornito grandi risposte sul momento ma l’accordo  a fina mattina è stato quello di mandare al CP un report dell’incontro con la richiesta esplicita da parte del nostro coordinamento regionale di un appuntamento nazionale, fissato con tutta probabilità per il 22 gennaio (non mi pare si sia ancora definito dove), dedicato proprio ad una discussione capace di definire compiutamente il ruolo del CP e i rapporti CP/CL e soprattutto ad avviare un percorso un percorso di ri-organizzazione della gestione e delle modalità di comunicazione, di formulazione di proposte, di presa di decisioni nonché di elaborazione politica.
La prima bozza del report indirizzato al CP è circolata tra le partecipanti all’incontro di Pisa, e verrà inviato a tutte noi in versione definitiva.
Oggi, 12 gennaio, è previsto l’incontro del CP a Roma dove verrà presa in esame questa proposta così come ciò che è emerso dall’incontro di Milano e di Pisa
Gianna specifica che l’urgenza di questo incontro nazionale, e dunque la proposta del 22 gennaio, deriva dal fatto che il 28 gennaio è Previsto un incontro a Roma promosso dall associazione d - day per verificare la possibilita' di costruire una rete delle  reti , nel tentativo di coordinare tutti i gruppi di donne che lavorano in Italia tra i quali anche Snoq, e sarebbe dunque utile arrivare a quell’appuntamento con idee più chiare
Nel pomeriggio, partite le rappresentanti del CP, la rete regionale ha affrontato due contenuti importanti e urgenti a livello regionale sui quali si proprone di lavorare tutte e subito:
1) il piano integrato sanitario sociale regionale
Pare che Pisa abbia avuto modo di visionare la bozza preparativa e sono evidenti lacune preoccupanti: non si fa cenno al tema della violenza sulle donne; non si fa cenno (o non abbastanza) al tema della salute riproduttiva e dunque all’attacco alla 194 sempre più capillare e violento.
Si è deciso dunque di formare un gruppo di lavoro trasversale (rispetto ai comitati locali) che elabori un documento anche concretamente propositivo alla Regione. Gianna è già coinvolta in questo gruppo.
2) la riforma della legge elettorale regionale (deve essere riformata entro marzo)
Firenze sta lavorando su questo piano, in primo luogo per costruire una condivisione con le/i rappresentanti politiche/i intorno all’obiettivo di una democrazia paritaria (concetto che sostituisce quello delle quote rosa) ovvero, se abbiamo capito bene, una democrazia che abbia come regola una rappresentanza paritaria dei due generi in tutti gli ambiti politici e decisionali.
Il percorso proposto da Firenze è di incontrare in primo luogo le consigliere regionali, alle quali si vuole inviare una lettera che è circolata nel nostro indirizzario e che abbiamo deciso di approvare e sottoscrivere. In seguito incontrare i partiti che partecipano al consiglio regionale chiedendo esplicitamente quale posizione sostengono su questo tema e rendendo pubbliche tali dichiarazioni. Infine si passerà ad una fase di elaborazione e presentazione di proposte nostre ai referenti politici coinvolti.
Gianna sottolinea che oltre a questo fondamentale tema della rappresentanza di genere, la riforma elettorale mette in gioco altre questioni vitali per il funzionamento di una democrazia, tanto più nella nostra regione che ha visto nascere il perverso meccanismo del cosiddetto porcellum.
A maggior ragione è necessaria la nostra partecipazione attiva a questo passaggio politico insieme regionale e nazionale.
Ilaria interviene su questo tema allargandolo: la nostra partecipazione politica in prima linea, ovvero l’occupazione di posti decisionali e politici è una questione fondamentale: guardate la vicenda dell’attribuzione del posto ancora vacante nella Fondazione MPS, perché non pensiamo di proporre una nostra candidata? Lavoriamo sui curricula, mettiamo in gioco le competenze…il bando è pubblico e consultabile sul sito del comune,e scade il 28 gennaio… In effetti, dice Ilaria appoggiata da tutte noi, si tratta proprio di imparare, di allenarsi a pensarci come competenti, come possibili candidate, allenarci a metterci in gioco, ad essere in prima linea. Cosa ci manca? Coraggio, abitudine, modelli immaginati….
Dunque pensiamo tutte a questa possibile candidatura: l’essenziale è non essere dipendenti MPS né funzionari comunali..
Infine, sempre per quanto riguarda Pisa, Livorno ha ricordato che il 6 febbraio è la giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili. Il comitato livornese, che si cratterizza per lo storico lavoro di relazione e interazione con le donne migranti, organizzerà una iniziativa l'11 febbraio, e comunque ricorda a tutta la rete regionale che dovremo prima o poi confrontarci sul tema della posizione delle donne migranti, sui rapporti tra chi è cittadina italiana e chi non lo è, nel campo del lavoro di cura, dei diritti, della partecipazione….
A proposito dell’11 febbraio.. Firenze forse propone un altro incontro regionale in occasione dell’anniversario del 13 febbraio scorso, ma alcune hanno ricordato ieri che la Savino aveva proprosto unV-day nazionale a Milano, non ricordo a quale teatro, sempre per festeggiare il nostro primo anno.
Altri appuntamenti nazionali previsti: 2/4 febbraio (circa) a Bologna: incontro sul tema del lavoro; 12/13 marzo Milano: incontro sulla rappresentanza.

Tatiana riprende due temi che emergevano anche a Pisa:
1)      lavoro sui contenuti: innanzi tutto sottolinea come in questa nuova fase politica sia molto più complesso costruire una trasversalità politica inclusiva, proprio perché è venuto meno quel facile terreno aggregante dell’antiberlusconismo.  Dobbiamo lavorare per mettere a fuoco contenuti condivisi e unificanti sui temi proposti ormai da qualche mese, ma forse, propone Tatiana e con lei sono d’accordo Gianna e altre, si potrebbero costruire due diverse agende: una nazionale e una locale (senese o regionale) proprio perché sarebbe più facile, su temi più delicati, trovare una covergenza localmente; l’importante e' che non ci sia contrasto con gli obiettivi generali e la linea politica dell' intero movimento. Gianna, che si dice molto d’accordo sui due piani di lavoro, solleva d’0altra parte la questione della possibilità che un comitato locale possa aderire o partecipare ad iniziative anche pubbliche con il simbolo snoq anche senza che abbia aderito la rete nazionale o il CP…
2)      Dunque il percorso potrebbe essere di raccogliere i contenuti già elaborati dai diversi comitati locali (e noi dovremmo farlo per il nostro workshop del 19), avviare una prima sintesi a livello regionale e successivamente individuare 4/5 punti condivisi da tutta la rete snoq nazionale sui quali non si torna indietro, e su questi cercare una unione e collaborazione con gli altri gruppi e associazioni femminili .Parallelamente mettere a fuoco temi di lavoro locali/regionali: ad esempio la difesa della 194 potrebbe essere un obiettivo regionale condiviso mentre a livello nazionale può essere difficle trovare consenso unitario. Su questa specifica questione interverrà poi Ilaria affermando che secondo lei considerare preventivamente la difesa della 194 come una questione non trasversale è  sbagliato: la 194 difende la salute di tutte le donne e il diritto ad una scelta individuale che anche le donne cattoliche dovrebbero sostenere…va comunque tentato uno sforzo in questo senso, non è una questione alla quale possiamo facilmente rinunciare; molte si sono dette d’accordo con questa precisazione).
3)      rapporto con il CP: propone che il nostro gruppo arrivi all’incontro nazionale del 22 gennaio avendo chiarito le diverse posizioni presenti nel gruppo e magari con una sintesi collettiva. Per far questo si potrebbe fare un giro di presentazioni delle posizioni di ciascuna…Per quanto la riguarda si dichiara contraria a posizioni che intendano abolire il ruolo del CP; è a suo parere necessario mantenere un suo ruolo, appunto “promotore”, cioè di stimolo, proprio perché al suo interno ci sono risorse, strumenti, mezzi,competenze preziose (unite alla passione che muove tutte noi)  alle quali non possiamo rinunciare e che possono e devono essere messe al servizio della rete nazionale. Non si tratta invece di un ruolo di leadership.
Su questo puntualizzerà bene Ilaria dicendo che ciò che non va consegnato al CP è un potere decisionale politico più autorevole rispetto agli altri comitati, una delega a decidere politicamente per tutte: questo punto va ben chiarito. Sul ruolo del CP Alba dirà più avanti che il 22 dovranno essere soprattutto le donne che lo hanno costituito e lo animano a dirci dove intendono collocarsi; d’altronde dobbiamo riconoscere che sono in una posizione molto difficile, ognuna di noi si aspetta qualcosa di diverso… noi possiamo dire cosa vorremmo…soprattutto colmare un vuoto di contenuti.
E’ poi chiaro per tutte che va re-inventata la gestione organizzativa più volte citata: per Tatiana, come per Ilaria e altre si potrebbero utilizzare i piani locale, regionale e nazionale per costruire tale gestione. Sollecitare innanzitutto la formazione di coordinamenti regionali in tutte le regioni e arrivare alla costruzione di un coordinamento nazionale che si riunisca periodicamente e  dove il meccanismo di delega venga deciso, anche di volta in volta e autonomamente, da ciascun comitato locale. Tatiana precisa infine  che pur ritenendo prioritario, in questo specifico momento, far crescere il nostro movimento e far funzionare meglio la nostra rete (snoq), rispetto alla realizzazione di una Rete delle reti, occorre con forza e senza equivoci far capire che riteniamo fondamentale il rapporto con le altre associazioni di donne. (questo punto non è stato poi ripreso).
Samanta precisa che dovremmo fare uno sforzo per andare oltre i vecchi modelli maschili di rappresentanza verticistici e strutturati su livelli gerarchici attraverso il sistema delle deleghe, che finiscono per definire ruoli di potere e funzioni rigide…dovremmo inventare modelli di coordinamento e condivisione nuovi…
In tale direzione intervengono Gianna e Costanza e altre: in alternativa ad una struttura verticistica si è parlato di una struttura circolare, dove anche le persone girano, dove non ci sono funzioni e ruoli fissi…Costanza ribadisce che la flessibilità delle strutture di coordinamento dovrebbe anche valorizzare e sfruttare le competenze: ci si forma e di si disfa in base a molte variabili tra le quali le competenze e il desiderio…
Resta il problema di come far circolare le idee e le posizioni e come prendere decisioni in quanto rete nazionale. Anche Ilaria suggerisce di sfruttare i livelli regionale come primo gradino di discussione e condivisione dei vari temi che emergono, ma (e anche Tatiana precisa che è d’accordo) in modo aperto e libero: si potrebbero prevedere incontri regionale dove la partecipazione è aperta a tutte e si cerca di costruire una sintesi (che non significa unanimità); poi nell’incontro nazionale si può stabilire quanti interventi ha a disposizione ogni regione, e ogni regione se li gestisce.

Si discute anche della gestione della rete mediatica: Susi spiega che a livello nazionale esiste una segreteria, un ufficio stampa, una casella mail…il problema è la gestione di ciò che arriva, ovvero quello che non si fa circolare.
Samanta afferma che il problema non è solo tecnico-gestionale, ma politico: quello che si mette sul sito e quello che si evita di mettere definiscono un’azione politica.
Siamo tutte d’accordo ma viene ribadito che per ovviare a questo si deve agire sulle regole del gioco: chi gestisce cosa e come? E’ chiaramente un “temone” sul quale si dovrà continuare a riflettere e anche sondare soluzioni tecniche possibili in vista del 22…

Viene ricordato che anche nel nostro gruppo esiste una gestione della casella mail: Alba, Susi e Carla F. hanno accesso all’indirizzo “donne del 13febbraio” e, Alba ha l’onere di rispondere, girare etc…Carla e Susi di gestire il blog.
Tatiana dice che vorrebbe avere la password per poter accedere e guardare cosa arriva. Tutte noi del gruppo ristretto potremmo avere la password, fermo restando che il compito di rispondere e far girare deve essere assegnato ad una persona sola per evitare confusione.
O quale altra soluzione? Susi propone di fare un google group (con relativa generazione di una mailing list) al quale chi vuole aderisce, tutte potrebbero avviare discussioni e partecipare in questo modo. Il discorso è lungo.. Si è anche parlato di una pagina facebook, perché Gianna diceva che si è accorta che tra gli altri gruppi regionali c’era stato molto più contatto e scambio grazie, probabilmente, alla loro presenza su facebook.Ne riparleremo…

Mercoledì prossimo vorremmo definire come riprendere e dare una forma compiuta ai lavori fatti in preparazione del 19 e il 19 stesso dandoci magari una scadenza: ogni gruppo dovrà cercare di produrre un documento di cui dobbiamo disegnare i contorni in modo da poterli poi unire tutti insieme.
Vorremmo anche capire se aderire ai temi proposti dalla rete regionale (discussione del piano sanitario regionale e legge elettorale regionale) e in che forma.
Infine se qualcuno vuole e può preparare delle proposte il più chiare possibile su una possibile nuova gestione dei nostri spazi virtuali ovvero blog, facebook, google group, casella postale del gruppo…potremo fare qualche passo avanti.
Baci Giulia

lunedì 2 gennaio 2012

Ma che fate a Siena?

Pubblichiamo il contributo di Fiorino Pietro Iantorno sulla vicenda delle contradaiole dell'Oca:

“Ma che fate a Siena?”. “Ma mi spieghi le dichiarazioni di questo addetto stampa dell’Oca?”. Sono questi alcuni dei tanti messaggi che ho ricevuto da tante persone non di Siena che hanno letto su tutti i network italiani e non solo, dell’esito finale della vicenda legata alle donne della Nobile Contrada dell’Oca. Uno dei primi consigli che ho ricevuto nella mia breve esperienza di consigliere comunale a Siena è che, non essendo autoctono di Palio, di fatti del Palio dovevo parlare poco. Ho seguito questo consiglio non perché me lo hanno dato, ma perché ho una sorta di timore reverenziale verso la Città e verso le sue importanti tradizioni. Ma l’essere di Siena – o definirsi tale – o l’essere nato sulle lastre non è garanzia che parlando di Palio si dicano cose giuste o che non si faccia male alla Festa. In questi ultimi anni poi la Festa è mutata ed è diventata “fatto globale” con una attenzione mediatica cresciuta in modo esponenziale. Il tutto è iniziato con Aceto che ha intuito tra i primi la portata mediatica del Palio e lo ha sfruttato per le sue apparenti fortune televisive, fino ai Ministri con i capelli rossi che nessuno si ricordava e che per andare sui giornali rilasciavano due dichiarazioni l’anno. Una prima del 2 luglio, l’altra prima dl 16 di agosto. Il Palio non è più – almeno nella sua percezione – fatto senese, ma fatto globale. E lo sarà sempre più, perché oramai quello che succede alla mossa o al primo San Martino è ripreso da decine di smartphone e dopo un minuto è già nella rete globale. Con questa realtà bisognerà fare i conti e su questa forzosa modernizzazione del Palio bisognerebbe avviare una seria discussione culturale e sociale a Siena. Discussione che potrebbe essere non solo stimolante, ma un occasione di partecipazione fortissima. Romperò quindi il mio riservo e parlerò di un fatto legato al Palio, ma che trascende il Palio e affronterò la questione delle espulsioni delle 30 donne dell’Oca. Ne parlo perché questo non è più un fatto della sola Nobile Contrada dell’Oca, non è più un fatto che non doveva varcare le mura della nostra città. E’ un fatto globale, una notizia su cui molti non senesi costruiscono la propria percezione di Siena, della Festa e del clima culturale della Città più in generale. E non mi va che la Città dove vivo, che amo sia percepita come buia e tetra. Devo una risposta a chi mi ha detto e chiesto “Ma che fate a Siena?” E questo non per colpa delle donne che non hanno accettato di tenere la questione all’interno della propria Contrada. La mediatizzazione e la pericolosa sovraesposizione della vicenda è stata causata dalle gravi dichiarazioni del Vicario alle relazioni esterne dell’Oca. Infatti per spiegare la durissima “pena” inflitta alle donne disobbedienti il Vicario ha usato tutta una serie di luoghi comuni pieni dell’ancestrale violenza che da secoli le donne subiscono. Il nostro comunicatore spiega che questa “pena” deve servire a “far capire” alle donne che la questione si doveva risolvere all’interno, non davanti ai Tribunali. La prima volta abbiamo sorvolato – spiega peggiorando la situazione l’ottimo comunicatore – ma una seconda volta non potevamo. Qui la Contrada c'entra poco: si afferma che le donne vanno educate e se non comprendono, se non obbediscono alla legge, alle consuetudini, vanno punite. Il fatto che queste donne sentivano di subire una violenza, non è giustificabile. Dovevano e devono subire in silenzio. Ancora una volta si chiede alla donna di “subire” in un modello culturale che sta alla base di cose ben più gravi di questa vicenda, ma che hanno tutte matrice in questa non-cultura dove la donna è vista come punto di accumulazione delle frustrazioni di altri. Ma che si tratti di violenza fisica o meno, comunque la donna deve stare in silenzio. La donna poi chissà perché, va sempre punita e condannata più duramente dell’uomo. Ancora una volta il fascino del potere si misura e si esalta punendo la donna negli affetti, vietandole di stare nel posto dove voleva stare con più pienezza. Esercitando una punizione anche corporale: l’assenza dai luoghi, dal gruppo, dalla comunità in cui si è cresciuti. Una dichiarazione di morte sociale che assomiglia all’ingiusto “fine pena mai”. Dichiarazioni machiste e violente che buttano una grave ombra sulla cultura della nostra Città. Non può essere nemmeno invocato il fatto che ai senesi poco importa di quello che dicono gli altri di Siena. Non è questo un ragionamento che può valere nella moderna comunità globale. E non è un caso che alcune Contrade si siano dotate di speciali figure addette alla comunicazione e alle pubbliche relazioni che devono presidiare una zona molto delicata. Dichiarazioni che non dovevano essere fatte e che danno di Siena l’immagine di una città culturalmente arretrata, sessista e violenta. Se veramente si credesse a Siena capitale della cultura Europea le dichiarazioni del comunicatore dell’Oca sarebbero la definitiva pietra tombale per qualsiasi seria operazione di accreditamento a livello europeo e le istituzioni avrebbero dovuto correre ai ripari immediatamente. Non è questa la Siena che ho conosciuto, che vivo e mi dispiace che questa sia l’idea che si è generata in molti. Una tale violenza non può essere giustificata dalla passione che si muove intorno al Palio. Tante donne sono state vittime di delitti passionali che per fortuna oggi vengono duramente condannati. Siena è la città dove per la donna più importante per le tre religioni monoteiste, Maria, si danno battaglia 17 Contrade. Siena è poi la città di quella Santa Caterina, patrona d’Italia e d’Europa, che non si è piegata alle convenzioni, a chi voleva le donne del suo tempo relegate al silenzio ed alla passività. Quella Caterina da Siena che ha scritto a potenti e meno potenti; che ha fatto sentire la sua voce non solo a Siena ma nell’Europa del tempo; quella Caterina che voleva essere protagonista della vita della sua Città e del suo tempo e che per ironia della sorte, è santa patrona anche delle disobbedienti donne dell’Oca.
Fiorino Pietro Iantorno