mercoledì 27 luglio 2011

Decalogo anti-stupro. Tra stereotipi e processi di legittimazione.

Istruzioni per l'uso: tra stereotipi e processi di legittimazione. Si potrebbe commentare così la notizia che riportiamo qui sotto, ma soprattutto le parole che Anna di Lallo, una delle autrici del vademecum, pronuncia a sostegno del suo lavoro. Parole che lasciano intravedere per l'appunto un permanere di stereotipi che sottendono una responsabilità della vittima nel provocare la violenza e non tengono minimamente in considerazione il sacrosanto principio di libertà della persona....forse perché la persona in questione é di sesso femminile?

E' incredibile come tutta la proposta si disegni intorno ad un male-inteso concetto di tutela e difesa del corpo femminile, laddove al contrario si dovrebbe mettere al centro un legame non sano tra maschile e femminile in cui responsabilità e desiderio sono giocati in maniera diseguale.
  
Articolo pubblicato su La Repubblica del 27 Luglio.

Decalogo antistuproa Roma è subito polemica

Diecimila copie distribuite in cui si leggono avvertimenti come "evitate strade buie e vestiti appariscenti". E le donne scendono in piazza a protestare: "Consigli offensivi"

di ALESSANDRA PAOLINIROMA - Voleva essere un opuscolo per mettere in guardia le donne. Ventiquattro pagine di consigli, semplici e spiccioli, per evitare di essere molestate in strada, sul lavoro o finire sotto le grinfie di uno stalker. Insomma, per sentirsi più sicure in città, dove la violenza in tutte le sue sfaccettature è all'ordine del giorno. Ma il vademecum, pensato da un gruppo di signore e patrocinato dal comune di Roma, si è rivelato un boomerang. A molte non è piaciuto, a cominciare dal sottotitolo "Sicurezza, un lusso che oggi noi donne vogliamo permetterci". E tantomeno sono stati graditi alcuni suggerimenti: "Non camminate in strade buie e non indossate abiti appariscenti".
Così, distribuito da metà luglio in 10mila copie nel metrò, il "Vademecum per la sicurezza" è finito sotto il fuoco amico della storica rivista femminista online, "Noi donne.org". E il tam tam di chi pensa che "le donne non siano soggetti deboli da scortare a cui propinare fantomatici braccialetti elettronici con gps per chiedere soccorso", porterà oggi in piazza Trilussa, cuore trasteverino della capitale, una folla di persone, convinte che debba esserci un'altra idea di sicurezza e libertà. "Vogliamo una cultura - si legge nel manifesto ospitato in rete anche dal sito del movimento "Se non ora quando?" - rispettosa delle differenze, non una cultura della paura e dell'odio". Anna di Lallo è una delle autrici del vademecum. Due figli piccoli e a capo della società "Omniares comunication", è basita per tanto clamore: "Odio? Ma il mio voleva essere solo un modo per aiutare le fasce più deboli. Sono consigli forse banali, come mettere la borsetta nella busta della spesa. O tenere il cellulare in tasca quando si è da sole di notte, impostato sui numeri del 112 e 113. Consigli della nonna? Forse. Ma sempre validi".
Non ci sta Anna di Lallo ad essere attaccata dalle stesse donne. "Ci ho lavorato un anno su questo libretto, senza guadagnarci un soldo, sull'onda emotiva delle confidenze di un'amica "impazzita" per le continue telefonate e minacce di un uomo. Un anno trascorso ad ascoltare le richieste di tante donne, per capirne paure ed esigenze. Senza tralasciare le informazioni delle forze dell'ordine. Ho trascorso un sacco di tempo all'ufficio anti-stalking della questura". Conclude con un dubbio Anna Di Lallo: "Forse la polemica è indirizzata al Campidoglio, perché l'opuscolo ha il patrocinio del Comune. Ma solo dopo che lo abbiamo realizzato, io l'ho proposto al delegato del sindaco per le Pari Oppurtunità, Lavinia Mannuni". Anche se a pagina 8 è lo stesso sindaco, che sulla questione sicurezza ha vinto le elezioni, a spiegare il perché di questa pubblicazione. Scrive: "Per aiutarvi a sentirvi più sicure, sapendo che non siete sole".
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martedì 26 luglio 2011

Resoconto di Ornella Bolzoni sul I Incontro Nazionale SNOQ

Ieri Sonia Tsevrenis ci ha inviato il resoconto di Ornella Bolzoni sul I Incontro Nazionale SNOQ che si è svolto a Siena il 9 e 10 Luglio.
Abbiamo deciso di condividere questo contribuito sul nostro blog, perché ci sembra che restituisca la testimonianza di uno sguardo sulla piazza, che raccoglie gli stimoli e i temi offerti da chi ha preso parola sul palco e mette nero su bianco le proposte che sono emerse durante le due giornate.
Potete leggere il resoconto di Ornella Bolzoni qui

domenica 24 luglio 2011

La forza dell'ironia.

Proprio nei giorni in cui a Siena si svolgeva il I Incontro Nazionale SNOQ, per le strade e su numerose riviste, compariva l'ennesimo tributo pubblicitario ai sederi femminili.
Tanti fondoschiena rivestiti di culotte in pizzo, slip e perizoma, stanno tuttora esibendo il loro primo piano rotondeggiante e seducente, per pubblicizzare i salvaslip Nuvenia.
Anche questo marchio, infatti, non intende rinunciare ad alcuni principi basilari delle strategie comunicative rispettose delle donne, così, taglia di netto la testa (tanto quella non serve) e dirige l'attenzione verso una o due parti anatomiche alla volta.
Ma se gli strateghi della comunicazione di Nuvenia, hanno seguito pedissequamente le istruzioni per rappresentare la donna in maniera dignitosa, resta qualche dubbio sull'obiettivo della comunicazione...Cosa vuol dire perizoma oggi, seccature domani? E slip oggi, chiacchiere domani? L'unico slogan comprensibile è culotte oggi rivoluzione domani. Che chiacchiere e seccature siano associate a rivoluzione?
Decise a invertire la massima in rivoluzione oggi- culotte domani (anzi, quando vogliamo noi), vi segnaliamo il divertente spot realizzato dal comitato promotore SNOQ, che smaschera i contenuti della campagna pubblicitaria della Nuvenia, con l'invincibile forza dell'ironia.



Ricorso al Tar: vittoria delle donne

Diffondiamo con piacere il Comunicato Stampa diffuso dalla Casa delle Donne di Torino

In data 15 luglio, il TAR Piemonte ha pronunciato  sentenza di accoglimento del ricorso promosso dalla Casa delle Donne di Torino, con le avvocate Mirella Caffaratti e Arianna Enrichens contro la Delibera della Giunta Regionale piemontese, che introduce i volontari del Movimento per la Vita nei Consultori, nell'ambito del percorso sanitario dell'IVG.

La sentenza, con ampia motivazione, ha annullato il Protocollo della Giunta Regionale piemontese, nella parte in cui   prevede la possibilità di ammettere alle convenzioni con le ASL  unicamente le associazioni che possiedano nel proprio statuto il requisito della "difesa della vita fin dal concepimento".

Si trattava, all'evidenza, di un requisito illegittimo, discriminatorio e per nulla coerente con il percorso sanitario dell'interruzione volontaria di gravidanza.

La Casa delle Donne, tutte le associazioni di donne di Torino e le donne Cgil che hanno sostenuto il ricorso,  esprimono viva soddisfazione per la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale e confidano che la Regione Piemonte si conformi al dettato della sentenza del Tar. 
 Casa delle Donne di Torino

lunedì 18 luglio 2011

Report 13 Luglio

Un movimento...
Sì, un movimento organizzato, autonomo, stabile ed inclusivo.....Così abbiamo iniziato il giro di impressioni sulle due giornate del 9 e 10 Luglio di Siena.

Anna Carli  ha voluto ricordarci queste parole, le parole di Mariangela Gramaglia, disegnando quindi da subito le caratteristiche essenziali per un efficace lavoro futuro.

Sonia Masi ci chiede di impegnarci di più, oltre il legittimo entusiasmo e a non abbassare la guardia

Barbara ha richiamato la nostra attenzione al linguaggio (ci definisce) e alla rete, sottolinenando, come altre, l'eterogeneità delle presenze

Elena riconosce l'importanza del legame che si é creato tra noi ed auspica l'avvio di un coordinamento regionale

Susy sottolinea, ancora emozionata, la forza e la vivacità di tutta l'esperienza

Carla Fronteddu vuole mantenere e difendere ciò che le donne hanno fatto sino ad ora compresa la capacità (nuova) di coinvolgere le donne "comuni"

Giovanna ha definito davvero bella e convincente la scelta, da parte del nostro gruppo, di farci rappresentare dalle donne più giovani

Rossella ha trovato stimolante la miriade di spunti, in particolare la questione della trasversalità e quella del rapporto con il potere...si chiede e ci chiede: comandare/governare come?

Ilaria sottolinea la capacità di coinvolgimento e la bella collaborazione con i gruppi di Firenze e Massa sperimentata al tavolo delle informazioni ed oltre

Daniela Angiolini si é sentita perfettamente in rete pur non avendo ancora dimestichezza con i mezzi informatici. Per lei la parola chiave é inclusione

Tatiana vuole ribadire l'dentità di questo movimento, mantenere e rafforzare la rete e ci invita per Settembre a riaprire un confronto sui temi della due giorni

Serenella rivendica l'importanza della piazza,  afferma che la stampa fa un tentativo di deligittimazione affermando che siamo a-politiche, nega la dicotomia vecchia/giovani e annota che le politiche presenti sono state fischiate quando con le loro parole hanno fatto riferimento ai partiti

Silva ha toccato con mano, attraverso le tante voci delle donne, gli elementi che creano la nostra discriminazione

Tommasina ci riporta all'entusiasmo e alla passione che hanno contraddistinto il lavoro di tutte, ai risultati positivi e promettenti, ma pone forte l'accento sul tema della rappresentanza, irrinunciabile se si vuole andare avanti

Samantha si è trovata da subito a suo agio nel gruppo, vorrebbe una rete dal basso e riprendere il lavoro nel territorio.

Sonia Bonifacio ribadisce che questo é a tutti gli effetti un soggetto politico e per questo é necessario porsi il problema del potere e del governo

Carla Vindigni rivendica le sue origini meridionali e la forte presenza di donne di questa parte di Italia...tutte insieme finalmente per il cambiamento, definitivamente fuori dal silenzio

Lucia che é da poco nel gruppo sente che la scommessa é vinta, ma avrebbe voluto, da parte della stampa, un maggior accento sulla intergenerazionalità

Silvia sottolinea la cifra degli interventi, la buona capacità dei media di coprire l'evento anche se si parla più di cronaca che di riflessioni. Ci invita a riflettere sulle discriminazioni economiche tra donne

Concetta vorrebbe che ridefinissimo il rapporto tra genti, generi e generazionei per difendere il lavoro quale elemento essenziale di libertà

Costanza riconosce che questo movimento non nasce oggi, ma viene da lontano, piuttosto oggi fa un grande salto di qualità, é politico, inclusivo (capace di gestire i conflitti), autonomo, ma deve trovare le sue forme organizzative necessarie per continuare a crescere e consolidarsi

Daniela Pasquini ha vissuto l'emzione di incontri sorprendenti e ci invita a continuare disseminando i risultati

Anna Giorgetti ritiene positiva la scelta di questa due giorni anche perché ha dato concretezza all'esistenza di questo movimento dopo il 13 febbraio. Impegnamoci per elaborare più approfonditamente le nostre proposte, raccogliere l'elaborazione sui temi discussi a Siena ed evidenziare elementi comuni e nodi problematici. Attenzione a non confondere l'organizzazione sulla cui necessità anche lei richiama l'attenzione, con la rete

Giulia chiede di non farci paralizzare dall'organizzazione, di sperimentare sul campo la collaborazione con le associazioni presenti nel nostro territorio, creare un gruppo più dinamico ed orizzontale possibile.

L'incontro é terminato oltre le 20 e, necessariamente, ne ho risportato una sintesi, mi auguro più fedele possibile.

Ci siamo lasciate con l'impegno di rivederci a Settembre, ma non é proprio detta l'ultima.....

Nei prossimissimi giorni troverete gli aggiornamenti sul nostro blog, visitatelo, intervenite sul forum, è un altro contributo alla crescita e alla solidità del nostro gruppo. 
Un caldo (anche metaforicamente) saluto a tutte, Albalisa

venerdì 15 luglio 2011

SNOQ-U: Se non ora quando...Uomini italiani?

Pubblichiamo le riflessioni di Gianguido PAGI Palumbo, che ha ricevuto Albalisa subito dopo il Primo Incontro Nazionale SNOQ.
Gianguido PAGI Palumbo è autore di Teresina una storia vera ed è uno dei fondatori dell'Associazione Maschile/plurale.


Sono stato a Siena sabato e domenica dall’inizio alla fine dell’incontro delle donne italiane di “Se non ora quando?”. Ero uno dei 100 uomini presenti ( li ho contati uno più uno meno, esclusi i giornalisti e i tecnici ). E’ stata una esperienza intensa, molto interessante, bella, anche per me. Conoscevo alcune delle organizzatrici e quasi tutto il gruppo delle veneziane, avendo vissuto 30 anni in quella città. Sono andato convinto che mi avrebbe fatto bene e così è stato. Mi ha dato ancora più fiducia sia in questa Italia in movimento sia nelle donne promotrici e partecipanti, sia nelle idee e nelle attività che sto facendo da anni, in un misto indistinguibile fra la mia vita e il mio lavoro, fra scrittura di articoli, libri, siti, pagine in rete, progetti ed iniziative legate alla cooperazione internazionale, alle migrazioni e la multietnicità.
Il momento più forte e significativo delle giornate di Siena, nella sua essenziale capacità di comunicare, è stato il ballo finale sul palco delle promotrici, di ogni età, trascinate dalla bellissima canzone di Patti Smith “ People have the power”, che nel titolo indica una possibilità e una necessità. Già a Roma in Piazza del Popolo il 13 febbraio mi aveva colpito questo momento liberatorio e coinvolgente del ballo vero, scatenato, di corpi di donne ventenni, trentenni…. ed anche settantenni, che dopo aver parlato, ragionato alto, proposto, lavorato, hanno espresso la loro forza, la loro gioia ed energia ballando : noi uomini non lo facciamo quasi mai e men che mai lo faremmo alla fine di un incontro politico nazionale al centro di un palco davanti a centinaia o migliaia di altre persone.

Tutte le 24 ore quasi consecutive, dalle 12.30 di sabato alle 13 di domenica 9 e 10 luglio a Siena, sono state comunque significative per la varietà di interventi, testimonianze, analisi e proposte fatte da donne veramente tanto diverse fra loro per età storia, formazione, provenienza, ruolo, comprese le attrici, le musiciste, le artiste.

I momenti più strani li ho vissuti io nel sentirmi guardato e vissuto come “estraneo” come “altro” e al massimo accettato come osservatore o compagno-marito di una delle donne presenti o appunto utilizzato come “fotografo” volante di amiche che volevano giustamente ricordare quei giorni in uno scatto.

Ho anche vissuto con imbarazzo critico l’assenza totale dell’intervento di un uomo, almeno uno ( tranne il saluto del Sindaco ) che parlasse del piacere e dell’interesse di essere lì e della grande potenzialità umana e politica di una nuova collaborazione fra movimento delle donne e uomini in cambiamento che pur esistono in Italia, da anni, in molte città, in piccoli gruppi o in alcune associazioni nazionali ( fra gli altri:

Il Cerchio degli Uomini di Torino, Uomini in Cammino di Pinerolo, Gruppo Uomini di Viareggio, Gruppo Uomini di Verona, Uomini in Gioco di Bari, Maschile Plurale di Bologna, di Roma e di Napoli, Non più Sole di Modica, L’Associazione nazionale MaschilePlurale, la Rete italiana di Uomini Clienti con l’Associazione Le Ragazze di Benin City di Aosta). Sono stato molto tentato di provare a parlare ma ho deciso che la mia individualità non avrebbe espresso alcuna rappresentatività maschile e avrebbe rischiato di diventare una sorte di “esibizione”.

Ma apparte i gruppi e le associazioni esistenti di uomini, di cui ho anche fatto parte attiva negli ultimi anni, sono convinto che sia proprio ora ( e Se non ora quando uomini italiani ? ) che il maggior numero possibile di Uomini Italiani di ogni età, origine, storia, formazione, città, si sveglino, si confrontino, in contemporanea, in parallelo, in momenti di autonomia e di collaborazione, provino a cambiare da soli e assieme, nella vita e nel lavoro, nella politica e nell’associazionismo, assieme fra loro e assieme alle donne, proprio come stanno facendo centinaia di migliaia di donne italiane in questo nuovo movimento trasversale apertissimo ma anche decisissimo e molto chiaro per alcuni principi, idee, proposte e capacità di azione.

Ho seguito con molto interesse l’inizio di questo nuovo protagonismo femminile a partire dalla prima serata romana all’Accademia di Danza con la proposta dello spettacolo “Libere” scritto e diretto dalle sorelle Comencini e recitato da due attrici diverse come la Aragonese e la Savino. Quella sera di circa un anno fa eravamo almeno 500 persone, molte donne ma anche molti uomini ad assistere allo spettacolo teatrale e poi al primo dibattito in cui si iniziava a ipotizzare un risveglio nuovo delle donne italiane che collegasse la storia del Femminismo al presente di donne diverse e capaci i dialogare, fare rete, impegnarsi per reagire e provare a scuotere e cambiare un’Italia al collasso mentale prima ancora che sociale politico ed economico.

Ho seguito la nascita della pagina FaceBook e poi l’organizzazione del 13 febbraio, dove sono andato, e poi ancora di Siena. Mi pare, pur da uomo, che veramente questo nuovo movimento abbia la forza e l’originalità di coinvolgere molte più donne di prima, di quei gruppi movimenti di quarant’anni fa e di altri periodi.

E sento, da uomo che da altrettanti anni prova a cambiare se stesso con tutte le difficoltà e contraddizioni nel difficile cambiamento generale della società, che i gruppi e le associazioni di uomini esistenti che da tanti anni ormai si impegnano in modi diversi a cambiare le loro vite maschili, le loro coscienze, i pensieri, le abitudini, le relazioni individuali e familiari e sociali, sono troppo chiusi in sé, troppo auto-concentrati, troppo isolati, troppo elitari come in parte lo erano alcuni gruppi di femministe storiche.

Mi sono chiesto più volte come vivrebbe e sarebbe oggi un mio figlio maschio trentenne: ho solo una figlia di cui sono più che orgoglioso e sono sempre più convito dell’importanza e della grande difficoltà di sperimentare un nuova educazione alla Maschilità, oggi pressoché inesistente con molti genitori in crisi per le crisi dei propri figli adolescenti o giovani adulti.

Ma adesso, se non ora quando, anche noi Uomini in quanto tali in quanto maschi di ogni età, in quanto persone comuni ovunque siamo, in quanto mariti o compagni di vita, in quanto padri, figli, fratelli, in quanto impiegati, operai, intellettuali, politici, giornalisti, insegnanti, artisti, possiamo e dobbiamo provare a cambiare, in un’Italia e in un mondo in subbuglio, con grandi rischi e paure ma anche con grandi energie che si stanno esprimendo in ogni paese e cultura.

Se non ora quando Uomini Italiani, assieme fra noi e assieme alle donne, con il rispetto reciproco ma anche con la forza della collaborazione, sulla base di confronti sinceri, critiche, analisi e possibili proposte anche comuni.

Potrebbe nascere una rete italiana di SNOQ-U, uomini in una rete aperta, attiva, presente nelle diverse città, collegata da idee e proposte, alcune proprie e specifiche altre assieme alla rete delle donne, per arricchire e rafforzare l’Onda lunga che in Italia sta finalmente iniziando a modificare la situazione generale del Paese.

Le analisi fatte a Siena, ed anche prima, dalle donne del nuovo movimento facevano capire bene come non sia più sufficiente aspettare pur attivamente le nuove elezioni politiche sperando in un nuovo Governo di Centro Sinistra più o medo discreto. C’è bisogno di cambiamenti profondi culturali, comportamentali, sociali, politici ed economici, che attraversino tutti i Partiti e i Movimenti, in sintonia con un mondo che travolge dittature consolidate, rompe schemi, collega donne e giovani dell’Africa , dell’America latina, dell’Europa, della Cina, degli Stati Uniti. Un mondo che non aspetta “semplicemente” di superare la crisi finanziare rilanciando un nuova “Crescita Economica” come se fossimo negli anni Trenta o Sessanta o Ottanta. Le crisi ambientali, sociali, economiche richiedono ben altro e soprattutto i giovani e le donne lo stanno capendo più e meglio di milioni di Dirigenti Uomini al potere in tutto il mondo.

Se non ora quando, uomini italiani : proviamoci anche noi a cambiare e far cambiare, partecipando e ritrovando nuove e diverse energie maschili da scoprire o reinventare.


mercoledì 13 luglio 2011



SE NON ORA QUANDO E PARI O DISPARE CONTRO LA MANOVRA FINANZIARIA. DA ROMA A NEW YORK, PROSEGUE LA CAMPAGNA: "NON FARTI SCIPPARE IL FUTURO"
Le donne dicono no alla manovra finanziaria in discussione in Parlamento. I gruppi Se Non Ora Quando e Pari o Dispare denunciano una manovra che sottrae al welfare per le donne la cifra record di 4 miliardi di euro.
Questi soldi, per una legge approvata dal parlamento italiano qualche mese fa, dovevano essere impegnati per politiche di conciliazione, inclusione delle donne nel mercato del lavoro,  assistenza e cura. Non investimenti a fondo perduto, ma un modo per ridare respiro al potenziale al femminile e per investire nella crescita del nostro paese.
La manovra finanziaria ha cambiato destinazione a questo tesoretto, scippandolo letteralmente dalle borsette delle donne italiane, visto che è dall'aumento dell'età pensionabile nel pubblico impiego delle donne che si riscuotera' la ragguardevole cifra di 4 miliardi. Non una sola parola del Governo su questo furto. Ne' una spiegazione. Omissioni, anche durante il question time al Senato, dove il Ministro Sacconi interrogato su questo ha evitato di rispondere su che fine avesse fatto "il malloppo". Silenzio o bugie da parte degli altri componenti del Governo, oltre che un certo imbarazzo presso la maggioranza. “Occorre non tacere, fare quanto piu' rumore possibile, in modo che tutte sappiano quanto sta accadendo. Ce ne ricorderemo a tempo debito e lotteremo perché questo scippo non avvenga. E se dovesse accadere, continueremo a insistere perché si torni su questa sciagurata decisione. Sappiamo che sono tempi difficili e che tutti dobbiamo fare sacrifici, ma non è possibile che a fronte di tagli assenti o scarsi su voci come i costi della politica, le province e molto altro, venga chiesto alle donne l’ennesimo sacrificio – spiegano le promotrici– Vogliamo ricordare che le donne sono già chiamate a rispondere, con il loro lavoro volontario e non pagato ai tagli del welfare degli ultimi anni”.
Per opporsi al provvedimento le donne dei due gruppi, diverse parlamentari (hanno già aderito Emma Bonino, Paola Concia, Francesca Marinaro, Flavia Perina) e tutte coloro che vorranno sostenerle, si daranno appuntamento a Piazza Montecitorio domani,giovedì 14 luglio, alle ore 17.30  in coincidenza con la discussione della manovra alla Camera. La data è stata scelta anche per sottolineare che nelle stesse ore sarà in corso a New York la presentazione del il rapporto ombra sulla disuguaglianza di genere in Italia, in margine alla sessione internazionale della Convenzione CEDAW(ONU, Committee on the Elimination of Discrimination against Women). Dal testo emerge, ancora una volta, il ruolo secondario a cui le donne sono condannate in Italia, nonostante gli impegni e le promesse presi dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni.


Per info e contatti: segretariapod@gmail.com

lunedì 4 luglio 2011

Ma "se non ora, quando?" incontro nazionale a Siena

Vi segnaliamo l'articolo sull'appuntamento senese del 9 e 10 Luglio, pubblicato su La Repubblica del 3 Luglio.


Il 9 e 10 luglio riunione dei rappresentanti dei comitati, ma piovono le adesioni di centinaia di donne da tutta Italia e le organizzatrici lanciano un appello per creare una rete di ospitalità gratuita

Le tracce cercatele a Siena, il 9 e il 10 luglio. Perché si sono date appuntamento lì, a Santa Maria della Scala. Sono le donne che una domenica di febbraio sono scese in piazza alzando per bandiera una frase di Primo Levi, «Se non ora quando?». Non è un partito: per un giorno è sembrato un grande, grande movimento. Lo è davvero? Avrà gambe per camminare? E che fine ha fatto in questi mesi, dove si è disperso dentro questa Italia di pubblicità volgari, escort, donne licenziate dalle fabbriche, precariati spinti, ragazze immigrate costrette a matrimoni combinati, futuri incerti e crisi? Per rispondere a questa domanda bisogna andare a Siena, ascoltare, guardare, cercare di capire, contarsi.
Le rappresentanti dei 120 comitati di «Se non ora quando?» si ritrovano a Santa Maria della Scala e con loro molte altre donne: sono già quasi 900 le adesioni. Da Napoli verranno con un pullman, da Parma idem. Tante, dieci volte quel che si poteva prevedere alla vigilia e le richieste di partecipazione continuano sul blog (http://senonoraquandosiena910luglio.wordpress.com). «Mi era sembrata perfetta Santa Maria come simbolo dell’accoglienza  - racconta Tatiana Campioni, direttrice del complesso museale che dava tetto e conforto ai pellegrini sulla via Francigena  - ma mi sa che ci sta forse stretta».

Le adesioni piovono da tutta Italia e non sono soltanto donne. «Uomini e donne che si sono riconosciuti nella mobilitazione trasversale e apartitica del 13 febbraio potranno prendere la parola per scrivere insieme  dicono le organizzatrici  l’agenda delle richieste femminili per l’Italia di domani». Centinaia di prenotazioni ad alberghi e bed & breakfast, poi una rete di accoglienza allestita su due piedi dalle donne del comitato senese, cinquanta posti letto offerti gratis e già spazzati via. Ne servono altri. Parecchi altri. «Facciamo un appello alle famiglie di Siena, soprattutto del centro storico, perché aprano le loro case e si facciano avanti per ospitare il 9 luglio, a dormire, conoscersi e incontrarsi le donne che verranno in città», spiega Carla Fronteddu, 26 anni, un dottorato di ricerca di Filosofia politica.

«E’ bellissimo sapere che ci sono molte più adesioni del previsto, significa che c’è una grande energia e voglia di impegnarsi su questi argomenti  - prosegue Tatiana Campioni -  Quando Francesca Comencini, una delle ideatrici della manifestazione di febbraio, è venuta a Siena a presentare il suo libro abbiamo parlato di «Se non ora quando?» e di dove organizzare un incontro nazionale. Non volevamo una grande città perché sembrava troppo dispersiva, così io ho proposto Santa Maria della Scala e a Siena il sindaco Franco Ceccuzzi ha subito accolto l’iniziativa offrendo la collaborazione del Comune». Tutto apparentemente perfetto. Il fatto è che i numeri lievitano di giorno in giorno (chi volesse partecipare deve compilare la scheda sul blog) e probabilmente se le adesioni si trasformeranno in presenze fisiche, bisognerà presto trovare soluzioni alternative al complesso museale. La macchina organizzativa è al lavoro: nei prossimi giorni dovrebbe esserci un incontro con il sindaco per fissare meglio la logistica.

 Il programma invece è già abbastanza definito: i temi attorno ai quali si svilupperà questa due giorni, saranno corpo, maternità, lavoro e rappresentazione della donna. Si comincia il 9 luglio poco prima di mezzogiorno con le proiezioni video del 13 febbraio, poi aprirà i lavori Linda Laura Sabbadini direttrice centrale dell’Istat e l’economista Tindara Abbado. Una rappresentante della stampa estera racconterà perché la manifestazione di febbraio ha conquistato le prime pagine dei giornali in mezzo mondo e come viene letta oltre frontiera la questione femminile nel nostro Paese. Quindi spazio agli interventi. La regista Francesca Comencini ha girato alcuni spot che si possono trovare online sull’incontro di Siena. A sera, la festa probabilmente (ma la cosa è tutta ancora da definire) in qualche piazza. E il giorno successivo proposte e contenuti.
Per sfamare le partecipanti è stato chiamato un catering declinato al femminile, la cooperativa Mondomangione che aiuta donne disagiate: sul blog di «Snoq» (estrema sintesi di «Se non ora quando?») si possono prenotare i pasti. E’ stata avviata anche una sottoscrizione per far fronte ai costi di un’organizzazione che si sta facendo sempre più complessa (bonifico Associazione Promozione Sociale «Se non ora quando?» NazionaleIBAN: IT13Y0501803200000000155055 presso Banca Etica, Roma).

L’incontro nazionale sarà un momento importante per capire gli umori di questo eterogeneo neomovimento che sta ponendo con forza domande sul ruolo della donna nel futuro dell’Italia. Per ascoltarne le tante voci, per elencare gli argomenti e cominciare da stilare una specie di patto, cominciare a mettere in agenda le battaglie, stabilendo delle priorità. Dai comitati di base dell’università, alle femministe che hanno solcato le strade nei cortei degli Anni Settanta, dalle immigrate di seconda generazione, alle donne espulse come esuberi dal mondo del lavoro. Il fronte è molto ampio e diversificato, anche politicamente sono tante le anime che si sono trovate nel corteo di «Se non ora quando?». Le prove di dialogo non saranno scontate: andranno comunque in scena dal 9 al 10 luglio e bisognerà capire se c’è e quanto è forte il collante che tiene unito il movimento. «Le donne non sono una questione, sono la maggioranza del Paese» sottolinea Carla Fronteddu del comitato senese. Da lì bisognerà partire.