Chi siamo

Ci riconoscete? Siamo le pecore del ghetto,
Tosate per mille anni, rassegnate all'offesa.
Siamo i sarti, i copisti ed i cantori
Appassiti nell'ombra della croce.
Ora abbiamo imparato i sentieri della foresta,
Abbiamo imparato a sparare, e colpiamo dritto.
     Se non sono io per me, chi sarà per me?
     Se non così, come? E se non ora, quando?

Questa é la prima strofa della canzone dei "gedalisti" inventata da Primo Levi e riportata nel suo romanzo del 1982 dal titolo "Se non ora quando", le avventure drammatiche di partigiani ebrei  polacchi e russi che decisero di restituire colpo su colpo a chi tentò di sterminarli.
Ci piace ricordarlo nelle pagine del nostro blog perché, pur lontane da quel tempo e dalla drammaticità di quegli eventi, vogliamo raccogliere e rilanciare la forza profonda di quel grido.  
Le donne del 13 Febbraio di Siena sono un gruppo di riflessione di genere, nato dalla mobilitazione delle donne del 13 Febbraio 2011 a Siena.
Tutto è cominciato da questa lettera:  
Care donne, care ragazze, care amiche, care compagne,
certamente ognuna di voi avrà ricevuto vari appelli a partire dalle ultime vicende che riguardano il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e già sinteticamente ribattezzate Caso Ruby. Negli ultimi giorni ai vari appelli, non tutti condivisibili secondo me, si sono aggiunti richiami a scendere in piazza, a uscire dal silenzio che sembra riguardare solo le donne e che viene attribuito a loro come incapacità a ribellarsi ed a cambiare la loro condizione. Insomma il primo colpevole é Berlusconi e noi complici o perché vendiamo  il nostro corpo o perché tacciamo.
Fermo qui ogni mia personale e discutibile nota polemica ed arrivo al dunque ovvero al fatto che già giornali e televisione stanno annunciando che il 13 LE DONNE SCENDERANNO IN PIAZZA IN TUTTA ITALIA::::::
Difficile sottrarsi alla tentazione di esserci, difficile rinunciare all'occasione di liberarci dalla rabbia, dal disgusto, dallo sconforto, attraverso un grido collettivo che, almeno per un momento ci dia l'illusione (?) di poterci sottrarre a tanto scempio.
Già e dopo? Cosa succede dopo? Che fine faranno i problemi che più ci stanno a cuore: lo squilibrio di potere tra i sessi, la  violenza domestica con i suoi numeri spaventosi ed in continua ascesa, la marginalità delle donne nella vita pubblica, il fatto che la nostra soggettività é tutt'ora ostaggio del compito di custodire e riprodurre la vita, minando alle radici il nostro sacrosanto diritto alla indipendenza economica. E' sufficiente gridare scandalizzati il nostro sdegno moralistico, per cambiare la nostra condizione e chi é disposto ad allearsi con noi, una volta esaurita l'ondata momentanea di disgusto?
In una bella e sintetica lettera indirizzata al candidato sindaco Pisapia, alcune donne di Milano scrivono:
"....le donne non sono una “questione”, né un problema sociale, né una minoranza da tutelare, ma la maggioranza della popolazione italiana. Se vi è una “questione” nel nostro Paese è quella di una “politica” caparbiamente maschile e perciò parziale, oltre che sempre più scadente, a fronte di una società sempre più femminile; tenere fuori le donne dai luoghi di decisione costituisce il principale freno allo sviluppo complessivo del nostro Paese...."
Eh dunque vi propongo: scendiamo anche noi in piazza a Siena il 13 Febbraio, ma troviamo il tempo prima di discutere se e come tentare di dare una prospettiva concreta alla nostra mobilitazione.
Chi sono le donne che vivono in questa città, quali sono i loro desideri? Che città vorremmo? Quanto é tutelata la nostra salute a partire dai principi costituzionali che ne definiscono la giusta qualità? E la scuola? Il lavoro? L'ambiente?  Non è necessario fare complicati questionari per sapere come vorremmo vivere, raccontiamocelo, usiamo le nostre voci e proviamo per una volta a trasformare i nostri desideri in richieste concrete, fuori da contrapposizioni. I nostri corpi ed i nostri pensieri non più campo di battaglia ed esproprio continuo, ma rappresentazione di un soggetto politico, legittimato a lottare per se stesso e far crescere la nostra forza tutte insieme.
Cosa ne pensate? Potremmo incontrarci un pomeriggio della prossima settimana? Il luogo: le nostre case ad esempio, la mia é a disposizione e grande abbastanza.
Fatevi sentire e grazie, quantomeno per  avermi letta    Albalisa
1 Febbraio