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sabato 9 marzo 2013

Risposta all'articolo del Corriere di Siena


La nostra risposta all'articolo del Corriere di Siena 
"Fra strumentalizzazioni e femminismo di maniera il tessuto 
sociale cambia e la città non è più sicura"
pubblicato il 6 marzo 2013, in cui siamo state chiamate in causa.


Gentile Redazione del Corriere di Siena,

Vi scriviamo per rispondere alla vostra presa di posizione rispetto al nostro comunicato stampa, scaturito dalla locandina del vostro giornale di lunedì con il richiamo per la notizia del barbaro omicidio avvenuto a Siena.
Non vi nascondiamo che ci aspettavamo una reazione dal vostro giornale, quello che ci ha stupito è che fosse affidata ad una giornalista.
Come certamente saprete, attualmente c'è un grande dibattito a livello nazionale su come vengono presentate le notizie relative ai femminicidi, spesso associati a troppo amore, a delusione, ad amore tradito oppure allo stato della donna usato come pretesto per giustificare il raptus omicida.
La scrittrice Michela Murgia da tempo nel suo blog analizza le notizie di questo tipo per come vengono riportate dalle testate più importanti e le riscrive, senza omettere alcuna informazione, ma semplicemente evitando implicite giustificazioni o presunte cause indotte dallo stato della assassinata.
Appunto, lo stato della donna, come ci ha segnalato la giornalista, che non può essere assunto però come implicita causa dell'assassinio: l'uso strumentale dello "stato" di prostituta nei titoli di stampa niente ha a che vedere con il dovere del giornalista di informare e raccontare la verità.
Ed è proprio questo che noi abbiamo contestato nel nostro comunicato stampa, puntando il dito su un fenomeno che, diversamente da come espresso dalla giornalista, non riguarda Siena e il suo desolante declino ma la solita cultura maschile sul senso di proprietà ancora presente e pressante sulle donne e sul loro corpo, che purtroppo permea la nostra società.
Se, quindi, abbiamo deciso di replicare al suo articolo non è per fomentare la polemica.

giovedì 7 marzo 2013

A.D. 2013


Un bel video ideato e realizzato dal Comitato Pari o Dispare sulle donne ed il potere.


p.s. anche a Siena posti liberi


giovedì 8 marzo 2012

Freeze Flash Mob - 8 Marzo



Comunicato stampa de Le donne del 13 Febbraio- Comitato Se non ora quando Siena (Foto in allegato)

Oggi, in occasione dell’ 8 marzo, le donne del 13 febbraio Siena – Comitato Senonoraquando hanno organizzato un flash mob per ricordare tutte le donne che ogni anno in Italia sono vittime della violenza di  genere.

Una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, è stata colpita nella sua vita dall’aggressività di un uomo. La prima approfondita indagine ISTAT è del 2006 e parla di 6 milioni 743 mila donne vittime di violenza, nel 87% dei casi ad opera di partner (mariti, compagni, fidanzati), ex-partner, padri, fratelli o comunque familiari. Se ci si concentra nella nostra sola Regione e sempre in riferimento al 2006, sono 72.831 le donne che hanno subito violenze fisiche o sessuali ed è sempre macroscopicamente alta la percentuale che attribuisce ai familiari la responsabilità di questi atti. Dal 2006 ad oggi, pur in mancanza di dati precisi, questi numeri non sono certamente diminuiti. Le più numerose ad essere colpite sono le donne tra i 16 e i 24 anni. La violenza, soprattutto quella domestica, passa nella maggior parte dei casi sotto silenzio: il 34%  delle donne non ne ha mai parlato con nessuno, circa il 93% non ha denunciato la violenza e sono poche le vittime che si sono rivolte ai Centri antiviolenza o a centri specializzati d’aiuto. I motivi che spingono le donne a rimanere nel silenzio sono molteplici e hanno a che fare con un’eterogeneità di aspetti, che vanno dal non considerare determinati atti come violenza e/o ritenerli un fenomeno poco grave, alla decisione di risolvere la questione in ambito privato/familiare. Esiste poi una rimozione ed un occultamento agiti a livello sociale spesso proprio da quei soggetti demandati ad accogliere e sostenere le donne nel difficile cammino dell’uscita dalla violenza. Di fatto, un pericoloso ed assordante silenzio imprigiona questo fenomeno accentuandone la difficoltà di risoluzione.
La punta di questo iceberg è senza dubbio rappresentata da quello che recentemente è stato definito “feminicidio”:
127 donne uccise nel 2010, 139 nel 2011, 20 sono già state uccise dall’inizio del 2012.

Abbiamo deciso di fare un flash mob perchè troppe donne in Italia sono vittime di violenze.
Abbiamo fatto questo flash mob anche per la ragazza che è stata recentemente vittima di violenza qui a Siena, perché lei, come tutte le donne che la subiscono, non devono essere lasciate sole 






Guarda i  VIDEO

di Christian Brogi



di Elena Casi

Puoi vedere altre foto del flash mob a questo link





mercoledì 29 febbraio 2012

Il nostro 8 marzo in ricordo di tutte le donne vittime di violenza

Questa sera trasgrediamo alla consuetudine del report settimanale nonostante che proprio la qualità e la funzione dei nostri reports siano state uno dei punti discussi e nonostante che le compagne che questo pomeriggio si sono incontrate a Firenze con le consigliere regionali ci abbiano raggiunto al ritorno e ci abbiano generosamente riportato una sintesi di questo incontro.
Di tutto questo quindi vi parleremo prossimamente mentro ora vogliamo privilegiare una comunicazione che riguarda la nostra proposta per il prossimo 8 marzo.
Nel 1993 nel Preambolo della Dichiarazione per l’eliminazione di tutte le discriminazioni contro le donne CEDAW ONU 1993 si dice che la violenza di genere è “ la manifestazione di un potere relazionale storicamente diseguale tra uomini e donne …”. Più vicino a noi ovvero se guardiamo alla nostra istituzione regionale, è del 2007 la legge regionale n°59 in cui è scritto che la violenza di genere è “una violazione dei diritti umani fondamentali … e costituisce minaccia per la salute ed un ostacolo al godimento del diritto ad una cittadinanza sicura, libera e giusta”.
La violenza maschile dunque determina nelle donne una condizione di vita fuori dal proprio controllo e limita l’accesso alle risorse e all’autonomia.
Siamo partite da qui nella nostra discussione ed abbiamo quindi scelto di dedicare "il nostro" 8 marzo a questa battaglia.
Di seguito, ma anche allegato, trovate la nostra proposta, mentre chiediamo a tutte e a tutti di unirsi a noi anche facendola circolare il più possibile nelle nostre mailing lists o attraverso facebook.

In occasione dell’ 8 marzo le Donne del 13 febbraio Siena – Comitato Se Non Ora Quando organizzano un flash mob per ricordare tutte le donne che ogni anno in Italia sono vittime della violenza di genere.
Una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni è stata colpita nella sua vita dall’aggressività di un uomo, il più delle volte da partners, ex-partners, padri, fratelli o comunque familiari..

Le più numerose ad essere colpite sono le donne tra i 16 e i 24 anni e nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate. La violenza, soprattutto quella domestica, passa sotto un pericoloso ed assordante silenzio.
La punta di questo iceberg è rappresentata da quello che recentemente è stato definito “femminicidio”:127 donne uccise nel 2010, 139 nel 2011, 12 dall’inizio del 2012.

Facciamo un flash mob perchè troppe donne in Italia sono vittime di violenza.
Facciamo un flash mob per impegnarci tutte e tutti a costruire e affermare una cultura del rispetto e dell’ascolto.
Questo flash mob è anche per la ragazza che è stata recentemente vittima di violenza qui a Siena, perché lei, come tutte le donne che la subiscono, non devono essere lasciate sole.

Cos’è un flash mob
è una manifestazione che dura pochi istanti o minuti, convocata attraverso un passa parola telematicon che coinvolge tutte e tutti coloro che condividono il messaggio. Al segnale convenuto, il tutto accade: decine e decine di persone, contemporaneamente fanno tutte la stessa cosa, invadendo pacificamente un certo luogo. Poi, allo stesso segnale, ognuno se ne va così come è arrivato.

Il nostro “freeze” flash mob dell’ 8 marzo:
Ci troviamo in via Banchi di Sopra lungo il tratto che va dall’Arco di Via dei Rossi a P.zza Salimbeni, alle 13:50 (all’uscita dalla scuola o dal lavoro, bastano 10 minuti), indossando un indumento bianco (maglietta, sciarpa, foulard, cappello….).Dobbiamo trovarci sul luogo come se fossimo di passaggio, apparentemente senza un accordo preventivo, irriconoscibili in mezzo alla folla.
Al segnale, che sarà un grido di donna, tutte si immobilizzano in una posizione che esprima paura, terrore, dolore, in piedi o distese o sedute per terra. 
E’ importante rimanere immobili, “congelati”. 
Al secondo grido, dopo pochi minuti, ognuna si scioglie dalla posizione e se ne va come se niente fosse.


  
Da oggi ci trovi anche su FACEBOOK

IL FLASHMOB SU FACEBOOK


Il nostro prossimo appuntamento é per Lunedì 5 marzo alle ore 17,30 presso Le Stanze della Memoria. 
Albalisa

venerdì 24 febbraio 2012

8 marzo 2012

A cena insieme
...fare buon uso dei luoghi e della terra

Il cibo richiama la comunità, la convivenza, il dialogo...
il desiderio di un percorso unitario tra donne e i loro gruppi, associazioni e movimenti.


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