Comunicato stampa della Regione Toscana
(Comunicato n. 1120 del 13 ottobre 2012)
Firenze – Una nuova legge elettorale della Regione Toscana,
per una democrazia paritaria e una effettiva rappresentanza di genere: uguale
presenza di donne e uomini nelle liste elettorali, inammissibilità delle stesse
nel caso non rispettino la parità di genere. Questi i punti principali della
Carta d’intenti proposta dalle consigliere del Consiglio regionale della
Toscana e dalla Rete regionale del coordinamento dei comitati Senonoraquando
della Toscana. Una “alleanza tra donne che hanno scelto di darsi obiettivi
comuni, da perseguire insieme e separatamente nei propri ambiti di azione”, si
legge nella Carta, che è stata presentata nel seminario nazionale sulla
Democrazia paritaria, questa mattina a palazzo Panciatichi. “Consideriamo la
scarsa presenza delle donne nelle istituzioni e nello specifico nel Consiglio
Regionale della Toscana non solo antidemocratica, ma anche un segno di
inefficienza del sistema”.Per essere meglio rappresentate, le donne “debbono gestire
in prima persona la rappresentanza, trasformando in politica le proprie
esperienze e le proprie necessità”. Nella convinzione che le donne “grazie ad
un’ottica di genere in tutte le politiche, che siano economiche o sociali o
altro, possono contribuire al cambiamento di questo Paese”.Vedere “affermati e praticati valori come competenza,
onestà, etica, trasparenza, legalità”, si legge ancora nella Carta, rivedere le
regole che governano l’accesso nelle istituzioni e nei partiti politici, in cui
resistono condizionamenti “sia nella loro organizzazione, ancora completamente
a misura maschile, sia nei loro metodi di selezione delle candidature”.Di qui, le richieste: modifica della legge elettorale
regionale, introduzione nella nuova legge di “strumenti di garanzia della
parità di genere (50&50), sia nella presentazione delle liste, sia nella
elezione”. Nel caso di reintroduzione del voto di preferenza, “all'interno di
un sistema elettorale plurinominale, operando decisamente in favore della
‘doppia preferenza’, tassativamente diversa per genere, pena l'annullamento
della stessa”. Nel caso di opzione per il sistema uninominale, “operando in
favore della presentazione, all'interno del medesimo schieramento, di un numero
paritario di candidature di donne e di uomini, ovvero in favore del così detto
meccanismo ‘binominale’, che prevede la doppia candidatura uomo/donna per ogni
schieramento in ogni collegio”. E ancora: inammissibilità delle liste che non
rispettino questi meccanismi e “obbligo ai soggetti politici di assicurare la
presenza paritaria (50&50) di candidati di entrambi i generi nei programmi
di comunicazione politica”.Di questi temi, dei risultati già raggiunti nel faticoso
cammino verso una effettiva democrazia paritaria e di quelli ancora lontani si
è parlato nella tavola rotonda con le parlamentari Vittoria Franco(Pd), Deborah
Bergamini (Pdl), Giuliana Carlino (Idv) e con Fabiana Pierbattista, del
coordinamento nazionale Senonoraquando. L’Italia si rivela un paese
“non
moderno per la bassa attività femminile in alcuni settori della società”, ha
detto Vittoria Franco, che ha sostenuto la necessità di un “patto” tra donne e
uomini “in politica, nelle istituzioni, in famiglia, per condividere e
cooperare non solo in famiglia, ma anche nella sfera pubblica”. Di “guerra di
potere che sta attraversando il paese” ha parlato Deborah Bergamini, secondo la
quale quanto alla partecipazione delle donne in politica “sta emergendo la
necessità di un cambiamento all'interno dei partiti”, e ha indicato esempi di
buone pratiche da seguire, come la destinazione di una parte del budget alla
questione della emancipazione femminile, alla organizzazione delle riunioni in
orari compatibili, fino alla cura dei bambini quando le mamme sono impegnate
nell'attività politica. “La differenza nel modo di fare politica delle donne
rispetto agli uomini – ha osservato poi – si è vista con la Polverini, che si è
dimessa da presidente della Regione Lazio”. Di quote rosa come “strumento
valido per il raggiungimento di un primo livello di partecipazione delle donne”
ha parlato Giuliana Carlino, precisando che “la quota del 30 per cento è stata
un primo passo, dobbiamo puntare al 50 per cento”.
“Gli uomini non amano l’indipendenza delle
donne, ancora oggi. Dobbiamo far sentire la nostra voce nei luoghi deputati,
partecipando numerose”, ha osservato la consigliera regionale Marina
Staccioli(Gruppo misto), che ha rilevato la scarsa presenza di uomini al
seminario di questa mattina e ha ricordato come “al Forum delle elette a Roma
eravamo presenti dalla Toscana soltanto io, la consigliera Lastri e la
presidente della commissione Pari opportunità, Rossella Pettinati”. Proprio
Rossella Pettinati ha ricordato come anche in Toscana ci sia ancora molto
lavoro da fare, basti considerare che “ancora 22 comuni nella nostra regione
non hanno donne in Giunta e le donne sindaco sono ancora pochissime”.
Clicca per leggere la Carta di Intenti >>
BELLISSIMA. E cosa dite se.. passiamo anche dalla teoria alla pratica, e sosteniamo Laura Puppato nell'ignobile guerra che da ogni lato viene fatta contro di lei? lei non ha soldi, né protezioni, né giornali: ha solo noi.
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Grreat read
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