venerdì 27 aprile 2012

Mai più complici

Di seguito trovate il testo di un appello/denuncia predisposto dal Comitato promotore nazionale SNOQ di concerto con Zanardo e Lipperini. Il testo é anche sul sito nazionale seguito da molte firme.
Da parte nostra, abbiamo più volte manifestato la volontà di confrontarci con questo tema e ne abbiamo fatto oggetto del nostro flash mob l'8 marzo.
Inoltre in uno dei nostri ultimi incontri del mercoledì abbiamo deciso di cominciare ad approfondirlo, avvertendo forte la necessità di fare i conti con una complessità che va ben oltre la giusta ed opportuna denuncia dei femminicidi.
Per questo vi invitiamo tutte ad un primo seminario che si terrà sabato 5 maggio dalle ore 9,30 alle ore 13 presso le Stanze della Memoria. Ci aiuterà in questo primo passaggio Angelina Gerardi dell'Associazione Atelier Vantaggio Donna.
Un saluto cordiale a tutte Albalisa
Mai più complici

Cinquantaquattro. L’Italia rincorre primati: sono cinquantaquattro,
dall’inizio di
questo 2012, le donne morte per mano di uomo. L’ultima vittima si
chiama Vanessa, 20 anni, siciliana, strangolata e ritrovata sotto
il ponte di una strada statale. I nomi, l’età, le città cambiano, le
storie invece si ripetono: sono gli uomini più vicini alle donne a
ucciderle. Le notizie li segnalano come omicidi passionali, storie di
raptus, amori sbagliati, gelosia. La cronaca li riduce a trafiletti
marginali e il linguaggio le uccide due volte cancellando, con le
parole, la responsabilità. E’ ora invece di dire basta e chiamare le
cose con il loro nome, di registrare, riconoscere e misurarsi con
l’orrore di bambine, ragazze, donne uccise nell’indifferenza. Queste
violenze sono crimini, omicidi, anzi FEMMINICIDI. E’ tempo che i media
cambino il segno dei racconti e restituiscano tutti interi i volti, le
parole e le storie di queste donne e soprattutto la responsabilità di
chi le uccide perché incapace accettare la loro libertà.

E ancora una volta come abbiamo già fatto un anno fa, il 13 febbraio,
chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi
con noi, per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine
a quest’orrore.
Le ragazze sulla rete scrivono: con il sorriso di
Vanessa viene meno un pezzo d’Italia. Un paese che consente la morte
delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà.

Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la
violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo,
sceglie di assecondarla.

Comitato promotore nazionale Senonoraquando, Loredana Lipperini,
Lorella Zanardo-Il Corpo delle Donne


2 commenti:

  1. Si dovrebbero boicottare tutte le TV e le pubblicità che sfruttano il corpo delle donne, ne evidenziano solo aspetti di sessualità senz'anima e ne fanno un oggetto. Un oggetto si butta quando non serve più.
    Elena Milazzo

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  2. Un paese che consente la morte delle donne è un paese di...assassini, ancora incapaci di riconoscere la pari dignità delle persone "senza distinzione di sesso, di razza, di lingua,di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali": in breve un paese di barbari da rieducare ( con la funzione rieducatrice della pena).

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