domenica 27 novembre 2011

Report 23 novembre

La forza dell'autocritica
La Biblioteca della CGIL che ci ha ospitato in via straordinaria, era stracolma. Certo non é un grande spazio, ma si percepiva una presenza fatta non solo di numeri, ma di attenzione, interesse, curiosità, attesa verso tutto ciò che saremmo state in grado di dirci e quindi condividere, a proposito della appena conclusa giornata del 19 al Santa Maria della Scala.

Una esperienza nuova per il nostro Laboratorio, un esordio nelle modalità e nei contenuti che, pur coltivati da tempo e presenti nelle nostri riflessioni, in quell'occasione venivano rappresentati "fuori" da noi, iniziando a costruire quello spazio pubblico a cui spesso facciamo riferimento.

E quindi, primi interventi, prime considerazioni e udite, udite....una bella e complessa lettura autocritica. Ci vuole forza, sicurezza, convincimento nelle proprie scelte per dichiarare senza mezzi termini che "i gruppi hanno avuto poco tempo per lavorare" (ma questo ci sottolinea anche la vivacità della discussione nei gruppi stessi), che "i documenti scritti dai piccoli gruppi e che hanno preceduto la giornata, avevano un contenuto più alto del contributo delle maestre" (un ribaltamento di ruoli interessante dal punto di vista della conoscenza e della delega alla politica, nonché un'assunzione di responsabilità del nostro sapere) che "le aspettative sul numero delle presenze erano maggiori ed é quindi necessario porci l'interrogativo...ecc.ecc."

Ho volutamente riportato solo alcuni passaggi, la discussione é stata più complessa ovviamente ed il concetto di autocritica che ci ha guidate fin dall'inizio, ci ha permesso una valutazione onesta dei nostri limiti, ma anche delle nostre capacità, in un equilibrio che ha restituito senso e prospettiva. Così il prossimo mercoledì ripartiremo da qui per decidere come organizzarci per costruire un prodotto corrispondente.

La riunione é però iniziata a partire dal fatto che eravamo a due giorni dalla Giornata Mondiale per l'Eliminazione della violenza sulle donne. Per questo da giorni nel nostro indirizzario circolava una bozza di volantino. La bozza è stata discussa, trovate la stesura finale sul nostro blog, lo stesso volantino ieri pomeriggio é stato distribuito in centro da parte di Costanza, Daiane (sua figlia) e Samantha. Carla ed io abbiamo avuto l'opportunità di un incontro di un'ora ieri mattina presso una quinta del Liceo della Formazione. Un'esperienza nutriente per entrambe, ma ci auspichiamo anche per le ragazze e i ragazzi della classe che hanno comunque ascoltato ed interloquito con vivacità, attraverso la storia di Jonathan ed Amelia che avevamo costruito all'uopo. Ringraziamo Marta Fusai che ci ha ospitate e sostenute.

Dunque il consueto report sul nostro incontro del mercoledì finirebbe qui se non ci fosse stato un dopo che tenterò di restituirvi qui con il linguaggio della cronaca, lasciando poi spazio sul nostro blog (ledonnedel13siena.blogspot.com)ai commenti di ciascuna.

Ecco dunque i fatti: avevamo lanciato la proposta di rimanere a cena e così é stato, almeno per 20 di noi. Alle 20,30, interrotta con un pò di cruccio la discussione, ci siamo dirette al Ristorante Il Pomodorino, in Camporegio.

Prendiamo posto e alcune si rendono conto che sulle tovagliette, usate dai proprietari per apparecchiare, erano composti una serie di proverbi della tradizione toscana, alcuni dei quali particolarmente offensivi nei confronti dele donne. Dopo un attimo di sconcerto generale, Serenella e Serena si sono alzate ed hanno lasciato il risorante, invitando le altre a fare altrettanto, cosa che non é avvenuta. Come dicevo lascio alle parole di chi era presente, il dettaglio di ciò che é avvenuto successivamente, inviando a tutta la nostra mailing list lo scambio pervenuto al nostro indirizzo e-mail.

Ci vediamo mercoledì 30 novembre alle ore 17,30 alle Stanze della Memoria; in quell'occasione dovremo anche decidere se e come partecipare alla manifestazione lanciata dal Comitato promotore di Roma per l'11 Dicembre. Buona fine settimana 

7 commenti:

  1. potevate lasciare un commento al vetriolo sulle tovagliette capovolte!

    RispondiElimina
  2. Serena bruttini il 24 mattina ha scritto:

    penso proprio sia il caso di scrivere qualcosa sulla tovaglietta. so che la reazione di serenella e mia sarà stata giudicata, almeno da alcune, un po' troppo estrema, ma secondo me è passato il momento in cui le donne devono continuare a mediare, a conciliare etc. è il momento in cui dobbiamo pretendere il rispetto della nostra dignità. e sinceramente sarebbe stato piuttosto significativo se tutte e 20 ci fossimo alzate e ce ne fossimo andate, probabilmente avrebbe avuto più peso di un colloquio e delle scuse, non so poi quanto sincere. e poi, scusate, ma eravamo state 3 ore a parlare di violenza contro le donne, violenza che prima di essere fisica è verbale e siamo disposte a mangiare su una tovaglietta che ci insulta, anche se potevamo rovesciarla e fingere che non esistesse?
    ci sarà comunque, forse, l'occasione di spiegare e di sviscerare anche questo incidente
    serena

    RispondiElimina
  3. Gianna Massari
    Sono d'accordo di scrivere dell'episodio della tovaglietta. Per quanto mi riguarda mi sono indignata (come tutte noi), ma sono stata vinta dalla fame e dalla stanchezza. Se in quel momento non abbiamo avuto l'energia di Serena e Serenella, non è certo un episodio da far passare sotto silenzio, anche perchè riguarda uno dei locali della nostra città, molto frequentato da giovani e non possiamo permettere di farci insultare così in un locale pubblico. Perchè non poniamo la questione all'associazione di categoria in forma ufficiale?
    Gianna

    RispondiElimina
  4. Daniela Pasquini
    Serena
    sono d'accordo di spiegarsi e sviscerare e spero lo faremo, ma vorrei chiarire la mia posizione; io non sono rimasta seduta per fame o altro, ma preferivo un'altra forma che è quella a me più vicina del dialogo e del confronto a qualsiasi costo. L'ha fatto per tutte Giulia, che ringrazio per la chiarezza e forza delle sue parole, tanto che la ragazza (se non ho capito male una delle proprietarie del risotrante) è rimasta visibilmente colpita come qualcosa di cui non si era resa conto. Ecco io penso che a volte la gente non ha consapevolezza e noi, a mio avviso, dobbiamo avere anche questo compito di "illuminare" nel senso di portare alla luce, con umiltà e inclusività, comportamenti superificiali che possono diventare offensivi e pericolosi, ma non sempre nascono dalla una volontà di essere tali. Almeno io mi comporto così, altrimenti con le donne che incontro, non di rado inculcate di cultura maschilista e che il valore della differenza credono sia materia algebrica che dovrei fare? Penso anche che ognuno abbia i propri metodi per dissentire e, senza giudizio alcuno, li rispetto come spero si rispetti il mio.
    Sperando in un approfondimento e con lo stesso affetto di sempre
    Daniela

    RispondiElimina
  5. Samantha Tufariello
    Care tutte voglio dire anch'io quello che penso sulla tovaglietta di ieri..sicuramente Serenella e Serena hanno avuto un comportamento più coerente con quello che sempre ci prefiggiamo, soprattutto perchè fino a 5 minuti prima stavamo parlando come ha detto bene Serena della violenza sulle donne..però detto questo credo che, anche parlare con i proprietari tra cui una donna e sentire che loro avevano ereditato le tovagliette 50.000 dalla vecchia gestione e per una questione economica avevano deciso di tenerle pur ritenendole " orribili" così ha detto la ragazza..e avendo sentito che loro si erano resi conto ..e chiesto scusa...alla fine il proprietario ha deciso di regalare ad ognuna una rosa..per scusarsi...ciò non toglie che potremmo comunque decidere insieme di pubblicare la tovaglietta e boicottare il locale fino a che non le esaurisce..
    Non ho giudicato estremo il gesto di Serena e Serenella..hanno fatto quello che credevano giusto fare PUNTO
    Non mi sono sentita però in colpa per non averle seguite per i motivi di cui sopra e anche perchè non si può presidiare sempre tutto e in qualsiasi momento..io come tutte ..non di più e meglio, non di meno, cerco di portare avanti le istanze delle donne non solo, le idee in cui credo, nei tempi nei modi e nel rispetto della,in primis, mia sensibilità,voglia, desiderio,forza, passione. So che non basterà una vita intera e so che ci saranno volte in cui lascerò correre non potrò essere presente o efficace, e tantissime altre in cui riuscirò con tanta fatica a raggiungere i risultati sperati.
    Come già nè ho visti nel percorso insieme..e ne vado fiera..
    questo il mio pensiero
    un abbraccio a tutte
    Samantha

    RispondiElimina
  6. Serenella Civitelli
    Carissime,
    vorrei proporre una serena riflessione a tutte.
    Antefatto per chi non c’era: ieri sera, dopo circa 3 ore passate a parlare e definire il volantino da diffondere nell’ambito delle
    iniziative della giornata mondiale contro la violenza alle donne, siamo andate a cena in 20 alla pizzeria “Il pomodorino”.La tavola era stata apparecchiata con delle tovagliette che riportavano una serie di scritte.
    Ne ricordo bene una “la differenza fra la donna e la mucca è un paio di
    corna”, mentre di altre ricordo il senso, tipo “quando il cavallo picchia la puledra è una cosa naturale” e via di questo passo per molte
    altre perle di saggezza.Serena Bruttini(che mi ha fatto notare le scritte)ed io abbiamo ritenuto giusto andarcene, motivando con due dei soci la scelta.In effetti,l’uomo è sembrato molto stupito della nostra reazione e si è
    giustificato dicendo “ma sono modi di dire…”
    Queste, per punti, come al solito, le mie considerazioni:
    1- Abbiamo parlato a lungo della violenza più subdola e pericolosa, quella
    strisciante nella società, che non si nota e non fa notizia come un
    omicidio e che, passando, spesso, attraverso battute più o meno
    simpatiche, permea la mentalità e condiziona i comportamenti ,
    determinando e giustificando le altre
    2- Sul fatto che le scritte sulle tovagliette fossero offensive siamo state
    tutte d’accordo
    Perché non andarsene? Per non passare da isteriche? Da esagitate? Per non
    venir meno a quello che la società si aspetta da noi donne, comportarci
    come delle vere signore, lamentarci sommessamente, non agire, non mettere
    in imbarazzo?
    Le motivazioni di alcune compagne per indurmi a restare sono state, tra le
    altre:
    a) se non vuoi mangiare sulle scritte, gira la tovaglietta (alle donne che
    volevano iscriversi all’Università, quando queste non le accettavano,
    alla fine del 1800, fu consigliato di vestirsi da uomo (ah! La grande
    capacità di adattamento e di mediazione delle donne!)
    b) bisogna restare e spiegare al padrone che sbaglia, farlo riflettere
    (ah! La grande capacità di comprensione e di accoglienza delle donne!...segue

    RispondiElimina
  7. ...c) poverino, non se ne rende conto, non aveva intenzione di offendere! Ma
    la prossima volta, se non cambia, non ci torneremo! (così dicono le
    donne al pronto soccorso quando si rifiutano di denunciare chi le ha
    picchiate, poi tornano la prossima volta e quelle dopo ancora, finché non
    le ammazzano)- tra l’altro, nel nostro stesso volantino, noi tacciamo di
    complicità nella violenza le donne che si comportano così!!!
    d) Chi fugge ha sempre torto
    Bene, io non sono fuggita, me ne sono andata dopo aver motivato a voi, al
    padrone e alla padrona la mia scelta.
    Nel pomeriggio avevamo parlato tanto di decrescita, di vedere e fare le
    cose in un altro modo.
    Come puoi incidere meglio una motivazione nella testa di una persona in una
    società capitalista se non negandogli il guadagno ? per la prima volta noi
    donne possiamo usare i nostri soldi per dar peso alle nostre motivate affermazioni.Da sottolineare anche che la fuga, e il non adeguarsi in genere al pensiero
    dominante, può essere il miglior attacco e può richiedere più coraggio che rimanere comodamente nel gruppo.Senza fare paragoni fuori luogo, vorrei ricordare che se Olympe de Gouge fosse rimasta con le altre e non avesse protestato perché la dichiarazione dei diritti dell’uomo non si applicava alla donna, non sarebbe stata forse ghigliottinata, ma tutte noi avremmo perso qualcosa. Se le suffragette fossero rimaste a prendere il tè con il mignolo alzato,a ricordare a quei cattivi maschiacci, sottovoce e con garbo, si intende,che il diritto di voto sarebbe stato gradito, non le avrebbero arrestate e forse Emily Davison non si sarebbe buttata sotto il cavallo del re,
    morendo…ma forse ancora non voteremmo e potrei continuare e)Sono stanca, ho fame,lasciamo perdere (questa è decisamente ridicola!)-Serena ed io abbiamo mangiato bene e piacevolmente appena girato l’angolo in un posto semideserto che ci avrebbe accolte comodamente tutte
    3-appena tornata a casa ho raccontato a mio marito l’antefatto, senza
    commenti.
    Il suo è stato: immagino che ve ne sarete andate tutte…
    4-qualcuna ha detto che non sono stata giudicata per essermene andata e che
    chi è rimasta ha diritto di non essere giudicata
    Mie care, per quanto mi riguarda, non giudicare e non sarai giudicata è
    una sentenza cattolica che ho messo in discussione, con le altre, da
    bambina
    Scusate, ma di che cosa abbiamo parlato tutta la sera? Come si giustifica
    questa dicotomia fra ciò che diciamo, e scriviamo, e quello che facciamo?
    5-ne “L’attimo fuggente” il prof impersonato da Robin Williams perde
    il lavoro e la reputazione facendo quello che riteneva giusto.
    Solo alcuni dei suoi allievi hanno il coraggio di salire sui banchi per
    onorare la sua partenza
    Molti, anche fra quelli che sembravano convinti delle sue idee, rimangono
    seduti, per quanto in conflitto
    Che dire? Nella vita c’è chi si alza e chi resta seduta
    Ah, capitane, mie capitane!
    Serenella

    RispondiElimina