sabato 31 dicembre 2011

C'era una volta...

C’era una volta, ma certamente c’è ancora, in un paese lontano, un piccolo e ridente villaggio governato da una regina tanto vecchia quanto saggia che si chiamava Contrattazione Sociale.
Contrattazione Sociale stava seduta al centro del villaggio e da lì guidava i suoi sudditi con l’aiuto del suo primo ministro, la signora Lavoro di Cura e suonando misteriosi strumenti visibili solo a loro due e dal nome Relazioni.
I sudditi di questo villaggio riconoscevano perfettamente il suono delle Relazioni e ne seguivano le indicazioni ogni volta che era necessario, confidando nella saggezza e nella competenza di Contrattazione Sociale e della sua fida Lavoro di Cura.
Tra i sudditi più cari a Contrattazione Sociale c’erano Diritti e Democrazia, una coppia di anziani coniugi che si amavano ancora come quando si erano conosciuti. Vederli nelle sere estive, seduti di fronte alla loro casa, godere delle ultime luci del tramonto, era davvero uno spettacolo!
C’era poi una famiglia che noi oggi definiremmo allargata composta da Maternità, una bambina piccina piccina piccina che sgambettava continuamente qua e là, intrufolandosi tra le gambe di Resistenza, Condivisione e Conciliazione che la amavano profondamente e se ne prendevano cura a turno.
Infine quasi ai margini del bosco che delimitava e proteggeva il nostro villaggio, vivevano quattro sorelle: Creatività, Memoria, Potere e Responsabilità.
Erano certamente tutte molto belle, ma Memoria aveva qualcosa di speciale: ogni volta che attraversava il villaggio per andare a trovare Democrazia e Diritti che lei adorava e dai quali era ricambiata o per fermarsi un po’ a giocare con Maternità, tutto sembrava per un attimo sospeso in un’aurea di armonia e di serenità. Perfino le Relazioni si agitavano da sole e Contrattazione Sociale sorrideva compiaciuta, scambiandosi sguardi di complicità con il suo primo Ministro Lavoro di Cura!
Tutto dunque sembrava scorrere nella più piena letizia, ma la leggenda della bellezza di Memoria aveva cominciato a varcare i confini del villaggio ed all’alba di un giorno particolarmente grigio, l’esercito del crudele re Precariato irruppe d’improvviso, mettendo tutto a ferro e fuoco.
La prima a soccombere sotto le armi nemiche fu naturalmente la regina Contrattazione Sociale. A nulla valse il tentativo di Lavoro di Cura di frapporsi tra lei e re Precariato. Entrambe furono trafitte a morte dalla sua spada.
Uguale sorte toccò a Diritti che tentò invano di salvare Democrazia precipitandosi verso la loro casa ed urlando: “Democrazia fuggi, salvati almeno tu!”
Democrazia si rifiutò di abbandonarlo: che vita sarebbe stata la sua senza il suo amato Diritti e, chinandosi sul suo corpo ormai senza vita, lo abbracciò per l’ultima volta.
A quel punto Memoria capì che era lei la causa di tanto dolore. Fece appena in tempo a prendere le sue sorelle Creatività, Responsabilità e Potere, le spinse verso la casa della piccola Maternità, implorando Resistenza di fuggire con loro nel profondo del bosco e tentare di salvarsi, mentre Condivisione e Conciliazione subivano la stessa sorte di Diritti e Democrazia.
Poi, nel silenzio irreale che seguì all’ultimo assalto, Memoria si consegnò a re Precariato che la fece salire sul suo destriero e la trascinò nel suo castello.
Passarono gli anni. Memoria aveva perduto molto della sua bellezza. Viveva nel castello di re Precariato ogni giorno più triste e solitaria. Talvolta pensava al passato, ai giorni lieti trascorsi nel suo villaggio, alle sue amate sorelle, Creatività, Responsabilità, Potere, alla piccola Maternità.
Talvolta le sembrava di perdere la speranza e che la fine anche per lei fosse vicina. Poi improvvisamente sentiva che laggiù in quel bosco lontano, Resistenza senza dubbio si stava prendendo cura di tutte loro e allora la certezza che un giorno si sarebbero riunite le faceva comparire sul volto un sorriso che riportava quei tratti all’antica bellezza.


Di Albalisa Sampieri Dicembre 2011

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