venerdì 13 luglio 2012

Forse non tutte sanno che...

A proposito di violenza sulle donne

In Italia, il “delitto d’onore” , che concedeva pesanti attenuanti al maschio che uccideva una donna della famiglia perché “disonorata”,  fu abolito il 5 agosto 1981 dalla legge 442 che abrogò l’art. 587, che recitava….
Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.

La stessa legge abrogò l'articolo 544 che sanciva il cosiddetto “matrimonio riparatore”  in base al quale il reato di stupro veniva cancellato  se lo stupratore sposava la vittima
 «Per i delitti preveduti dal capo primo e dall'articolo 530, il matrimonio, che l'autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l'esecuzione e gli effetti penali»
L’anomalia e l’arretratezza culturale che sottendevano ad entrambe le attenuanti erano state denunciate, e ridicolizzate, in due films, rispettivamente:
“Divorzio all’italiana” di Pietro Germi (1961)
“La moglie più bella” di Damiano Damiani (1970)
In quest’ultimo veniva raccontata la storia di Franca Viola, figlia di contadini,  che a 17 anni, nel 1965, era stata rapita, sequestrata per 8 giorni e stuprata da un boss locale del quale aveva più volte respinto le avances.
Sostenuta dalla famiglia,  rifiutò  il matrimonio riparatore  denunciando la violenza e facendo condannare il colpevole ed i suoi complici, nonostante le intimidazioni e le ritorsioni delle quali fu vittima insieme ai suoi parenti.
Divenne, così, un simbolo non solo  per le donne che lottavano contro la  violenza e per l’emancipazione, ma anche per la crescita socioculturale di tutta l’Italia.
Anche se le interpellanze parlamentari fiorirono, così come il dibattito nel Paese, la  legge rimase  in vigore per oltre 15 anni, fino al 1981.
NB: Il reato di stupro rimase “reato contro la morale pubblica e il buoncostume” fino al 1996 quando, grazie alla mobilitazione ed alle battaglie delle donne, divenne un reato contro la persona.

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