martedì 18 ottobre 2011

Maternità, cura e lavoro.

Pubblichiamo un contributo di Sonia Tsevrenis e vi invitiamo a leggere, se non lo avete ancora fatto, l'articolo di Lea Melandri Se la cura di un figlio non fosse più il destino naturale di una donna?, che abbiamo segnalato giorni fa nella finestra News.

Non c’è alcuna traccia di quel rivolgimento della politica che si è prodotto nel tempo ormai storico che ha visto affiorare alla coscienza vicende che si credevano consegnate per sempre alla preistoria della civiltà, all’ordine immutabile della natura e del divino: il rapporto tra i sessi, l’infanzia degli individui, l’amore e la violenza, la nascita, l’invecchiamento, la morte, la cura della vita in tutto ciò che va più vicino al ciclo biologico.
Interrogare oggi la maternità comporta, necessariamente, chiedersi che senso abbia aprire le porte delle istituzioni pubbliche alle donne – parlamenti, partiti, amministrazioni, aziende – quando resta inalterata la loro collocazione, materiale e immaginaria, di madri, mogli, amanti, sorelle, l’appiattimento identitario in una funzione, un ‘genere’ che cancella gli individui, la loro singolarità”

Queste righe venivano scritte da Lea Melandri nel lontano 2005, ma mi sembrano sempre e dolentemente attuali, anzi il divario si è fatto ancora più vasto in questi ultimi anni con i fatti politici e sociali che conosciamo.

Oggi ho letto un’intervista fatta dall’ultimo ‘Venerdì’ (ott.2011) a Linda Laura Sabbadini che dice parlando della ricerca dell’Istat: ”Nel lavoro femminile non si può considerare solo occupazione, disoccupazione e inattività, ovvero la rinuncia a cercare un lavoro, che è il problema delle italiane del Sud.(…) L’approccio di genere in primo luogo guarda se le donne hanno un lavoro, ma indaga contestualmente sul perché non lo hanno, sulla chiave della differenza, che in Italia è il ruolo in famiglia. Le donne single hanno più o meno lo stesso tasso di occupazione degli uomini, un po’ più basso se sono in coppia e senza figli, e ancora di più all’aumentare dei figli. (…)
La divisione dei compiti in famiglia cambia molto lentamente, le ore di lavoro familiare diminuiscono nel tempo ma non perché gli uomini contribuiscano molto di più, ma perché sono sovraccariche e non ce la fanno più (…) Da noi meno della metà delle donne lavora, con la crisi: hanno perso il posto percentualmente più donne che uomini, è peggiorata la qualità del lavoro: calano professioniste e tecniche specializzate, resistono le badanti. “

Queste due citazioni mi sembrano, da prospettive (e date) diverse, specchiarsi l’una nell’altra. In questo lasso di tempo per noi, in Italia, il cammino è stato fatto a ritroso. Per ragionare del lavoro delle donne, del loro ingresso in politica, del loro peso nella società non sii possono ignorare le connessioni esistenti tra maternità, lavoro di cura e il ‘fuori’. Dalla relazione di Carla sull’incontro di Roma viene l’invito a riprendere il discorso sulla maternità che è uno dei fondamentali della nostra condizione.
Costruita nei secoli, dal mito della dea-donna generatrice potente ma sempre ininfluente a livello storico, dalla nascita di Atena dal cervello di suo padre Zeus e di Eva dal costato di Adamo, alla maternità di Maria, madre e vergine, l’immagine della donna è sempre corpo (da riempire), accoglienza dell’altro fino alla morte, complemento dell’uomo in casa, sul lavoro e in politica…

Un gruppo come il nostro – così ricco di diversità intergenerazionali e che si definisce laboratorio politico - non può prescindere dall’approfondire questo binomio (o meglio trinomio): maternità, cura, lavoro, pena limitarsi a sole mobilitazioni di piazza e a difficili discussioni sulla manovra, sulle proposte economiche che ricaveremo da economisti/e che non adottano necessariamente un taglio femminista.
Se a qualcuna di voi interessa lavorare su questi temi possiamo organizzare un gruppo.

Sonia Tsevrenis

3 commenti:

  1. Trovo la proposta di Sonia molto stimolante e credo che il nostro gruppo goda di una pluralità, non solo generazionale, che renderà il lavoro ancora più interessante.

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  2. Sono molto interessata a partecipare a questo gruppo.
    Mary ( Mariassunta)

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  3. tentiamo di cominciare ad approfondire questi temi, il cui intreccio disegnato da Sonia condivido in pieno, anche attraverso l'iniziativa che faremo il 19. Ciascun gruppo di lavoro, infatti, pur muovendosi da prospettive diverse, riporterà al centro il rapporto delle donne con il lavoro pagato e non pagato, la carenza di servizi e di diritti, le trasformazioni del mondo del lavoro ecc.ecc. Un tentativo ambizioso di sostanziare la nostra consapevolezza di non voler essere più suddite, ma cittadine Albalisa

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