lunedì 31 ottobre 2011

report 26 ottobre

Con un po di ritardo...pubblichiamo il report della settimana scorsa:

Tre pomeriggi decisamente impegnativi in questa settimana!
Abbiamo iniziato con lunedì quando puntuali, come sempre, ci siamo presentate all'Auditorum della CIA per rispondere all'invito della CGIL che invece in ritardo come sempre, ci ha coinvolte in un pianto generale, dal quale sono uscita personalmente con intenti seriamente suicidi.
A parte le battute il fatto é che la condizione morale, economica, politica sociale ecc.ecc di questo paese é talmente disastrosa che nessuno riesce a sottrarsi ad una sorta di Kaddish permanente.
Per finire sull'incontro ha avuto anche punte di interesse, perché, essendo presenti tutti i livelli istituzionali, Parlamente/Cenni, Regione/Ceccobao, Provincia/Pellegrini, Comune/Ceccuzzi abbiamo avuto un quadro pressoché perfetto di cosa si agita in questo momento nei luoghi del potere e delle scelte, traendone però l'immagine di una quasi totale stagnazione, come se tutti fossero un pò all'interno della classica dimensione beckettiana, aspettando Godot che in questo caso altri non é che la caduta del governo Berlusconi. Personalmente ho apprezzato però un linguaggio chiaro, forse perché troppo desolato e desolante il panorama che tentava di descrivere?
Passo al secondo pomeriggio, un martedì freddo e piovoso e il cui grigiore  ha incorniciato le finestrine della sala della giunta dove, come da programma, l'assessora Rosignoli ha incontrato ed ascoltato con tanta pazienza un numeroso gruppo di donne appartenenti a diverse associazioni.
Inizio lento, quasi imbarazzato, tentativi da più parti di capire perché esattamente fossimo lì, fino a che l'impercettibile sensazione di disorientamento inziale é stata piano piano sostituita da vivaci scambi di opinione tra le presenti e tra le presenti e l'assessora. Nelle aspettative la conclusione ovvero l'impegno dell'assessora a formulare quanto prima una ipotesi di struttura della consulta di genere avviandone così la fattiva nascita anche a partire da una dichiarazione di adesione che ciascuna associazione o gruppo le invierà. Se ne riparla dunque tra un pò, ma intanto i lavori di costruzione sono avviati e la neonata creatura comincia a mostrare il suo profilo ecografico. (Oggi sono decisamente in vena di metafore!).
Sarà perchè mi sto preparando a restituire il terzo pomeriggio e qui le cose si fanno davvero difficili.
Secondo me ieri sera abbiamo sfiorato il corto circuito. La responsabilità che ci siamo assunte nel decidere l'iniziativa del 19 novembre, ha mostrato tutto il suo peso. Dal momento della decisione ad oggi infatti gruppo organizzazione e gruppi di lavoro sui tre temi che discuteremo, hanno lavorato alacremente, dedicando tempo sottratto ad altri impegni o semplicemente al classico e meritato riposo.
A questo si aggiunga che lo stiamo facendo senza modelli di riferimento, costruendo passo passo modalità e contenuti, vivendo questa esperienza quindi, nel significato più letterale del termine "acquisizione di conoscenze attraverso il contatto personale con la realtà".
Ci vuole coraggio e determinazione, e altroché se ce lo abbiamo, ci manca talvolta  la capacità di rinunciare ai nostri rispettivi ego che chiedono protagonismo e riconoscimento legittimi, purché non lo facciano a scapito del progetto comune. Sono dinamiche che puntualmente si presentano nei gruppi soprattutto se animati e vivaci come il nostro. Dobbiamo imparare a riconoscerli, prima che producano effetti negativi, rispetto ai quali poi é faticoso ed incerto il recupero.
Ieri sera, alle 21, quando ci siamo salutate, con volti e sguardi segnati dalla fatica e dall'intensità del confronto, abbiamo certamente segnato un punto a favore di tutte, avendo trovato punti di mediazione accettabili sia rispetto alle aspettative e al lavoro, in particolare del gruppo organizzazione, sia rispetto alla qualità dell'iniziativa nel suo complesso. Nutriamoci di questa modestissima vittoria..... 
Ci vediamo mercoledì 2 novembre ore 17,30. Buon lavoro a tutte, comunque sempre vostra Albalisa

4 commenti:

  1. Care tutte anch'io concordo con Albalisa sulla metafora del corto circuito, scampato, si ma da tenere in conto, mi è dispiaciuto vedere le facce sconsolate e stanche di alcune e mi riferisco al gruppo organizzazione, si perchè senza giri di parole voglio innanzitutto partire da me e lo faccio chiedendo scusa, si perchè mi sembra che abbiamo fatto un errore di metodo, ora vi spiego, il gruppo organizzazione ha lavorato su idee e proposte che sono state puntualmente "distrutte" dalla plenaria..e questo ci sta per carità, è certamente il gruppo più complicato nel senso che poi comunque doveva confrontarsi in plenaria, al contrario degli altri gruppi tematici ai quali, una volta trovato l'accordo sui temi,è stata data ampia libertà di decidere taglio di tema,titoli e varie..., concordo su quello che ha detto Silvia ieri sera, cioè correggimi se sbaglio Silvia, che se noi non diciamo che il volantino deve essere a pallini e loro lo fanno a strisce secondo quanto loro hanno stabilito fra loro confrontandosi e condividendo idee e sforzo e fatica , non è che poi si può puntulmente capolvogere il tutto, o meglio è bene dire prima se ci sono criteri o richieste altrimenti bisogna affidarsi al lavoro delle altre..io personalmente pensavo di arrivare ieri e di trovarmi in una riunione in cui il gruppo O dicesse: queste sono le nostre proposte, per i manifesti , per il finanziamento, per il pranzo e varie... e poi con il solito giro di opinioni e infine con il voto, conoscendo la nostra scarsa propensione all'unanimità :-), si definissereo tutte le questioni.
    Sappiamo com'è andata...
    Voglio solo dire che riflettendoci ieri sera, ho pensato che non era così importante il lavoro delle donne o donne al lavoro o incontriamoci insieme per riflettere lavorare o che cavolo ne so....ma riconoscere gli sforzi reciproci dare spazio più spazio e voce al LAVORO delle donne di quel gruppo e partire da loro e dalle loro idee e proposte prima di dire altro..tanto altro..
    purtroppo siamo fagocitate dall'ansia da prestazione... :-) ma voglio dire che per me il gruppo viene prima di TUTTO anche del SANTA MARIA..
    vi abbraccio tutte e CI AUGURO UN BUON LAVORO Samantha

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  2. Sono sinceramente ammirata, e lo dico senza ironia, della capacità di Albalisa non solo di riportare a sintesi tutto il casino in libertà che ieri pomeriggio ha sfiorato l'entropia nella sala Viro Avanzati delle Stanze della Memoria. Abbiamo tutte perso il filo, ma Alba, da par sua, ha saputo già ieri sera (un po' faticosamente) ricucire le smagliature, mentre oggi ci invita a nutrirci della sia pur modestissima vittoria (quella di non aver sbroccato completamente). E concordo con (e ringrazio) Samantha, che sottolinea il punto fondamentale: il nostro gruppo, il nostro lavoro, la nostra unità che può essere a pallini o a strisce, quindi disunita e anche dissonante, ma che non dobbiamo perdere di vista. Gli ego prevaricatori talvolta emergono, ma non dobbiamo rischiare di farci fermare da quelli. Il vantaggio di non essere più così giovani (a parte naturalmente Carla, la più giovane per contratto) ci può servire almeno a nutrirci della nostra esperienza. Detto ciò, al lavoro donne. Come sempre
    Silvia

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  3. Vorrei anch'io restituire qualche riflessione sul terzo pomeriggio e comincio col dire che la problematica va scomposta in due ordini di grandezza: una dimensione "contingente" ed una "strutturale" che insieme hanno determinato una "crisi" che, tuttavia, ci permette di trarre importanti insegnamenti. L'ideogramma cinese utilizzato per indicare la parola Crisi è composto da due ideogrammi: il primo significa Pericolo ed il secondo Opportunità, che nel nostro caso si traduce nella possibilità di praticare nuove strategie relazionali, direzionare le energie in modo nuovo, consapevolizzando il sapere, il saper fare e soprattutto il saper essere.


    Tornando al punto, è indubbio che la stanchezza ed i ritmi frenetici a cui l'imminenza dell'evento ci ha costrette sono i principali responsabili del già citato corto circuito e, se da una parte al gruppo Organizzazione non è stata concessa poi, alla resa dei conti, sufficiente autonomia decisionale, nonostante l'assiduo e faticoso impegno, è pur vero che era altrettanto necessario condividere in plenaria (e mettere anche in conto eventuali ripensamenti) alcuni dettagli rilevanti. La mancanza di tempo ha reso impraticabile il necessario confronto ed ha acceso gli animi, ma la pronta riflessione su ciò che stava accadendo credo che abbia riportato la questione alle sue giuste proporzioni e rifocalizzato la coesione del gruppo come obiettivo primario.

    L'episodio ci fornisce lo spunto per riflettere in scala più ampia, come accennavo in apertura, sul tipo di impostazione delle relazioni all'interno del nostro gruppo e delle dinamiche non sempre facili da gestire, ancorchè, aggiungerei, "fisiologicamente" comprensibili. Credo che sia corretto tenere sempre a mente e ben fermi quei principi che, con lavoro scrupoloso, abbiamo delineato nella nostra Carta d'Intenti, dove si leggono le parole antiautoritarie, flessibilità, fiducia e
    valorizzazione reciproca, condivisione, autorevolezza reciproca. In questo contesto è banalmente controproducente e fuori luogo indulgere al protagonismo che di per sé ha un "valore" negativo in quanto è pura affermazione personale e, oltre ad accompagnarsi al rischio di prevaricazione nei confronti della libertà e dei sentimenti altrui, non porta alcun valore aggiunto alla causa comune, dove, al contrario, è indispensabile imparare a praticare un corretto e consapevole comportamento di empatia, di generosità, di capacità di ascolto, per rendere possibile il necessario scambio ed aprirsi reciprocamente verso differenti prospettive.


    Peace and Love


    Lucia Civitelli

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