giovedì 6 ottobre 2011

Report 5 ottobre.

Questo pomeriggio nel nostro incontro settimanale, abbiamo voluto iniziare con alcuni istanti di silenzio dedicati a Tina, Matilde, Giovanna, Antonella, Maria, tutte morte ammazzate per il lavoro. 

Quando si parla di lavoro, di crisi, di disoccuppazione spesso lo si fa snocciolando fredde cifre; dovremo abituarci a pensare che queste stesse cifre  ci parlano di milioni di storie individuali di persone in carne ed ossa che subiscono i contraccolpi di una crisi iniqua perché iniquo é l' ordine economico  mondiale che l'ha prodotta ed altrettanto inique sono le soluzioni proposte dal nostro governo. Da oggi dunque queste cifre hanno il volto e i nomi di queste cinque giovani donne, così come hanno il volto di Alima che vive in una baracca di 35 mq. con i suoi 4 figli nella periferia di una megalopoli della periferia del mondo; di Leandro, lavavetri di 10 anni, che l’unica cosa che vuole è un semaforo tutto per sé; di Pancho il contadino,  che ha venduto la terra dove era nato perché l’alluvione ha decimato il suo raccolto e non ha potuto pagare il prestito alla banca, e adesso vive nella periferia della periferie con Ramona che lavora 16 ore al giorno, mentre le loro bambine fanno le domestiche per pochi spiccioli nelle famiglie di classe media. Hanno il volto di Awa, che deve camminare per 6 ore al giorno per trovare una pozzanghera dove approvvigionarsi d’acqua, o di Ofelia, che per far campare i suoi figli e i suoi parenti, vive a Milano con i suoi sogni in un cassetto.
Queste situazioni non sono causate da fortuna o sfortuna, ma fanno parte di quel disegno che Mike Davis chiama “la costruzione politica del terzo mondo”, un terzo mondo al quale può risultare difficile assimilare il nostro paese, ma la tragedia di Barletta, la perdita costante e progessiva di tanti diritti, le discriminazioni nei confronti delle donne, la loro esclusione dal mercato del lavoro, ci stanno simbolicamente spingendo verso quell'area geo-politica.
Ma veniamo alla discussione di ieri pomeriggio che ha visto al centro un confronto su quanto emerso dalla riunione a Roma dei Comitati  SNOQ.
Mi sono impegnata a restituire un verbale più dettagliato possibile, ma come al solito chiedo a tutte coloro che erano presenti di integrare laddove lo ritengono opportuno e i miei appunti insufficienti:
Tatiana: la sua percezione é che molti comitati, compreso Roma, premano per arrivare ad elaborare proposte di governo per il Paese, partendo dai quattro temi richiamati anche nel report di Carla ed Ilaria: Welfare, lavoro, rappresentanza, rappresentazione. E' necessario intraprendere  iniziative a breve, medio, lungo termine ovvero
- a breve individuare i temi sui quali impegnarsi
- a medio orgnizzare l'iniziativa al Santa Maria della Scala dove potremo lanciare l'idea di costruire incontri con donne che appartengono alle associazioni di donne, al mondo del lavoro, all'Università ecc.
- a lungo impegnarsi per una nuova mobilitazione generale
Patrizia: afferma che dobbiamo arrivare a governare affrontando però tutti i temi, otre a quelli consueti, aprendo tavoli di discussione
Carla: fa un bilancio positivo dell'incontro, apprezza in particolar modo la sollecitazione a dire ciò che vogliamo, dopo la denuncia di ciò che non vogliamo. E' importante l'invito a coinvolgere altre donne anche attraverso il dialogo con donne dell'imprenditoria, del sindacato, dell'associazionismo delle donne
Ilaria: ha colto alcuni riferimenti che sottolinea come esperienze già in atto intorno ai tre dei 4 temi lanciati:  Lavoro/UDI di Bologna e gruppo delle giovani, rapresentazione/giornaliste, rappresentanza/Rodano (si rimanda per i dettagli al report). Al contrario avverte  una difficoltà rispetto al tema del welfare che lei definisce il punto di possibili conflitti, delineandosi sin da ora due posizioni decisamente distanti tra loro:
- la possibilità di creare un nuovo modello di sviluppo
- la possibilità di modificare l'attuale modelo di sviluppo
Silvia: riprende le parole di Tatiana su obbiettivi di breve, medio e lungo termine. E' necessario darci un ordine iniziando con l'incontro al Santa Maria dove sì proietteremo il video/cronaca del 9 e 10 luglio, ma dove dovremo essere anche capaci di comunicare la qualità del nostro lavoro e le prospettive che stiamo dando e che intendiamo dare. Opportuno sollecitare la presenza di donne che lavorano o sono impegnati nei diversi ambiti. L'iniziativa al Santa Maria può rappresentare un punto intemedio nel processo di costruzione di quel percorso che dovrebbe portarci all'iniziativa nazionale? E come articolare un nuovo modello di sviluppo? Potremmo pensare alla collaborazione con qualche esperta che ci accompagni nella difficile articolazione di questo tema?
Costanza: Tutto é molto stimolante, ma come possiamo intrecciare il lavoro locale con ciò che ci viene richiesto di produrre a livello nazionale? Il welfare, nella sua complessità, é probabilmente il centro che intercetta tutti i temi. Raccomanda di non tralasciare il nostro programma di lavoro. E' interessante incontrare le donne che appartengono ad altre realtà, ma va fatto dando loro delle prospettive. Condivide la proposta di Silvia di collaborazione con esperta/e, essendo noi anche un laboratorio di apprendimento.
Barbara: avverte tempi eccessivamente stretti rispetto alla vastità dei temi da approfondire. Sollecita l'iniziativa del Santa Maria per dare visibilità al Laboratorio come momento propedeutico all'incontro nazionale
Elena: come mettere a sistema tutto questo lavoro? E' arrivato il momento di trasformare la rabbia in proposta politica.Il report dell'incontro di Roma, conferma la validità e le modalità del nostro lavoro. Come possiamo inserire in maniera fruttuosa l'iniziativa del Santa Maria nel percorso che andiamo delineando? Il documento sulla manovra ha dimostrato tutta la difficoltà di come passare dalla critica alla proposta.
Samantha: d'accordo anche con Elena, finite le lamentele, ritorniamo a lavorare sul territorio; per coinvolgere altre donne, facciamo parlare i fatti: i benefici che si ottengono con le nostre azioni, sono benefici per tutte, questo conta molto per consolidarci; lavoriamo al confronto con le istituzioni
Giulia: sì al lavoro nel territorio, sente forte la necessità di far circolare anche al nostro interno maggiori informazioni sui temi proposti per approfondirli ed acquisire elementi maturi per la formulazione di una proposta concreta. Scegliere un solo tema o affrontarli tutti? Creare sottogruppi può aiutarci in questa strada? L'iniziativa del Santa maria potrebbe prevedere la strutturazione in gruppi di lavoro condotti da esperte? Inviare una e-mail a più donne possibili, dettagliando il nostro programa di lavoro e chiedendo attenzione, collaborazione e partecipazione.
Anna: per l'iniziaitva del Santa Maria abbiamo bisogno di andare oltre il 9 e 10 , pur ricordandone il significato attraverso il video realizzato da Silvia Folchi. Sarà anche l'occasione per verificare se il nostro laboratorio rappresenta un punto di riferimento per le tante donne che hanno partecipato al 13 febbraio e per coloro che sono nella nostra mailing list. Per questo dovremo puntare nella lettera di cui parlava Giulia, a spiegare che si sta aprendo un ragionamento sul nostro futuro. Tutte le tematiche richiamate a Roma sono importanti, dovremo però cominciare a costruire proposte concrete e, a proposito di "nuovo modello di sviluppo",  cominciare ad acquisire maggiori conoscenze servendoci anche del contributo di esperti/esperte per esempio in materia di economia. Non basta denunciare le responsabilità del vecchio modello di sviluppo, dobbiamo riuscire a riempire di senso e di concretezza il nuovo modello che vogliamo costruire
Antonia partendo dalla consapevolezza dei nostri limiti e delle nostre carenze, non è facile assumerci responsabilità di governo. Per riprendere il tema del nuovo modello di sviluppo, possiamo fermare lo sfascio del welfare, ma dobbiamo anche denunciarne l'impianto familistico , la mancanza assoluta di qualsiasi riferimento alla condivisione del lavoro di cura tra uomini e donne. Dobbiamo tenere in considerazione che tutto questo é un grande ostacolo per il lavoro delle donne. L'iniziativa del Santa Maria della Scala dovrebbe prevedere la presentazione della nostra carta di intenti, la sua sottoscrizione ufficiale e l'avvio di un serio confronto su welfare e nuovo modello di sviluppo. Antonia ha inoltre sollecitato la lettura delle interviste ad alcune/i esperte/i di Economia, pubblicata alcuni mesi fa sul blog del comitato promotore e che potete trovare qui.
Claudia percepisce un momento di confusione nel distinguere la parte politica da quella tecnica.
Tommasina  l'associazione Archivio dell'UDI sta organizzando due incontri il 21 ottobre a poggibonsi ed il 3 dicembre a Siena, in perfetta simmetria con i temi proposti e discussi questa sera. La realtà quotidiana é estremamente complicata ed ostinata nel non riconoscere la soggettività delle donne.E' quindi necessario per un cambiamento sostanziale tenere presente la cultura patriarcale e l'impianto familstico che sottendono alla costruzione del nostro welfare
Siva si fa portavoce di Annamaria Romano (comitato snoq di Firenze) a proposito di un incontro chiesto dalla Presidente della Comissione Regionale per le Pari Opportunità con i comitati toscani.
A questo punto, considerata l'ora, abbiamo ritenuto opportuno non prendere nessuna decisione operativa e rinviarla alla prossima riunione.
Termino questo lungo e senza dubbio parziale verbale, facendo presente che le parole riportate sono solo una modesta rappresentazione della passione e dell'attenzione che le hanno accompagnate durante tutto il tempo del nostro incontro. Questo per non dimenticarci che la forma, impossibile da restituire attraverso la sintesi di un verbale, dà però piena sostanza ai contenuti.
Prossimo appuntamento mercoledì 12 ottobre ore 17,30 Stanze della memoria.
Questa volta sì, proietteremo in anteprima il video sul 9 e 10 luglio realizzato da Silvia Folchi e discuteremo sull'organizzazione dell'iniziativa al Santa Maria della Scala.
Un buongiorno a tutte, vista l'ora    Albalisa

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