mercoledì 5 ottobre 2011

Non ho l'età....

La copertina del 25 Settembre del New York Magazine era dedicata ad una Demi Moore sui generis. Una donna anziana, nuda, di profilo, che con una mano copre pudicamente il seno e con l'altra sostiene un pancione. La foto ritrae Ann Maloney durante una delle gravidanze che l'hanno resa madre di due bambine a 50 e 53 anni.


La storia della Maloney non è particolarmente originale: ha rinviato la maternità anno dopo anno, per via di un matrimonio fallito alle spalle, di uno scatto di carriera arrivato tardi e che ha richiesto anni di sacrifici e studio intenso per poi cambiarle radicalmente la vita portandola dalla provincia texana a New York. Quando ha incontrato John Ross, il suo secondo marito e il futuro padre delle sue figlie, aveva 47 anni ed era finalmente pronta ad avere figli.

Anche John aveva sentito la campanella del desiderio di prole, ma entrambi erano consapevoli che alla loro età le possibilità di avere dei figli naturalmente erano quasi nulle. Così dopo i primi prevedibilmente inutili tentativi, hanno deciso di ricorrere alla tecnica: lo sperma di John, l'utero d'Ann e gli ovuli di una giovane donatrice.

Ann Maloney ha partorito la sua prima figlia Isabelle nel 2001. Adesso ha 60 anni, suo marito 66 e le loro figlie 10 e 7 anni.

Nelle società occidentali l'età media della prima maternità continua a crescere. Mentre tra i 20 e i 30 anni sono sempre meno le donne che mettono al mondo un figlio, cresce a poco a poco il dato tra le donne di mezza età. A riguardo, l'Italia detiene un vero e proprio primato tra i paesi occidentali : quasi il doppio rispetto a Francia, Spagna, Olanda, Svezia, Danimarca e Stati Uniti.

Le ragioni per cui le giovani donne tendono a posticipare sempre più la prima gravidanza, sono eminentemente materiali.

In Italia il tasso di disoccupazione oscilla su cifre preoccupanti e nelle statistiche le ragazze si fanno notare perché quasi una su due non trova lavoro. Quando sono fortunate, le giovani italiane che trovano lavoro, rispetto ai coetanei sono collocate nelle fasce contrattuali più deboli. Infine, siccome la nostra società riconosce il valore sociale della maternità, i datori di lavoro possono impugnare le dimissioni in bianco contro la sciagurata che, non paga del lusso di aver trovato lavoro, decide di rimanere incinta! Di fronte alla crisi economica il governo italiano non è riuscito a far di meglio che scaricare le conseguenze sugli under 35 e, nel frattempo, lo stato sociale continua nella sua latitanza, privando le giovani coppie per non dire le donne sole, di sostegni di qualsiasi tipo.

Così mentre le ragazze smettono di fare figli, cominciano a farli le nonne.

Adesso che la tecnica può far scavalcare il limite naturale della menopausa, qualcuna potrà realizzare quel sogno di onnipotenza che ci vuole capaci di fare tutto e bene in una vita sola (qualcuna ricca, naturalmente, perché le tecniche di fecondazione hanno un costo, che si moltiplica ad ogni tentativo).

La storia di Ann suscita una considerazione amara: in una fase in cui le ragazze che desiderano un figlio sono costrette a rimandare all'infinito, finché non si dimenticano pure di averlo desiderato, il moltiplicarsi di puerpere dai capelli bianchi sembra la profezia di un destino beffardo.

Carla Fronteddu

Nessun commento:

Posta un commento