mercoledì 7 settembre 2011

6 settembre le donne del 13 Febbraio allo sciopero della CGIL a Siena

Ieri abbiamo partecipato allo sciopero della CGIL. Il comitato senese non è stato l'unico gruppo nato dall'esperienza del 13 Febbraio ad aderire all'appello del sindacato. Molti comitati in tutta Italia hanno espresso la propria adesione attraverso una pioggia di comunicati stampa e una notevole presenza in piazza. Questo è un segnale significativo per noi donne e per tutto il Paese, che ci dà fiducia sul nostro percorso e sulla nostra forza.
A breve pubblicheremo le foto della giornata di ieri. Intanto vi segnaliamo le riflessioni di Ilaria su un punto particolarmente spinoso della manovra e sul nostro impegno e l'intervista a Susanna Cenni sulla manovra finanziaria e sulla recente interrogazione parlamentare sui fondi destinati ai centri antiviolenza.

Lettera di Ilaria:

l'articolo 8 prevede non solo la deroga all'articolo18 ma anche esplicitamente (punto 2) che, per la verifica della "produzione" lavorativa, i contratti aziendali possano utilizzare nuove tecnologie...volete qualche esempio? videocamere per vedere cosa fate negli uffici/reparti, controlli sull'utilizzo della mail (non il contenuto ma i destinatari così non si tocca la privacy), verifiche su quante volte andate su internet per motivi non lavorativi etc
Un lavoro stile Grande Fratello (di Orwell), disumanizzato, quindi non più lavoratori ma schiavi.

Allora mi sono chiesta ma chi è questo ministro a cui tanto importa la produttività dei lavoratori? chissà che esperienze lavorative fondamentali ha fatto per arrivare a questo testo..giro un po' in rete (da casa ovviamente) e scopro che dall'età di 29 anni (quando è stato eletto per la prima volta alla Camera per il PSI corrente De Michelis) questo personaggio non ha mai lavorato in senso stretto cioè non ha una professione. E quando non era eletto è stato consulente di Berlusconi al Governo o in un'agenzia dell'Onu, che risulta infatti quale sua ex professione nella scheda del Senato.

Allora mi sono sentita veramente scoraggiata perché contro una realtà come questa fatta da un Parlamento e soprattutto un governo costituito per la maggior parte da uomini insensibili e lontano dalla realtà lavorativa credo si possa fare poco o nulla.

Per questo ho voluto scrivervi, perché domani non volevo rubare tempo alla riunione ma volevo farvi partecipi in qualche modo delle mie riflessioni sul nostro futuro come movimento, in fondo non sono cose nuove ne abbiamo sempre parlato:

 credo che noi come donne e parte attiva della società civile abbiamo una grande responsabilità e questo inverno dovremo necessariamente occuparci anche di argomenti come l'economia e il lavoro e non solo di tematiche femminili, dovremmo impegnarci fin da subito per raccogliere le firme per l'abrogazione della legge elettorale attuale che questi uomini ci ha regalato, dobbiamo fare politica a largo raggio per far capire che il nostro voto (amministrativo o politico) non è una delega in bianco, dobbiamo riprendere le richieste fatte ai candidati e candidata a Sindaco e non abbandonarle.

Tutto questo non per mania di protagonismo ma perché se possiamo dare il nostro contributo è un dovere darlo in un momento di crisi come questo, non possiamo più tirarci indietro, non ce lo possiamo più permettere.
Se vogliamo incidere nella vita politica del nostro Paese, se vogliamo essere considerate a tutti gli effetti un Soggetto Politico, se vogliamo che il nostro punto di vista differente sia preso in considerazione, credo che questa sia l'unica strada percorribile.

Vi abbraccio tutte, a domani
Ilaria

Intervista a Susanna Cenni:

laRepubblica-Firenze.it 6 settembre 2011

Cenni: "Non potevamo che essere in piazza"

Parla la parlamentare senese che stamattina ha partecipato allo sciopero generale

di CARLA FRONTEDDU "Credo che oggi non si potesse essere altrove se non in piazza. Non lo dico soltanto in veste di parlamentare, ma in veste di dipendente del pubblico impiego, che è uno dei comparti più massacrati. Quella di oggi è la prima grande manifestazione popolare di reazione ad una manovra che non sta in piedi; è il mondo del lavoro che reagisce". Così Susanna Cenni, parlamentare toscana del Pd.

Cosa direbbe ai suoi colleghi di partito che nei giorni scorsi hanno bocciato lo sciopero indetto dalla Cgil?

"Rispetto la posizione di tutti, ma credo che abbiano sbagliato tempo e contesto per esprimere una sensibilità diversa".

Il comitato Se non ora quando di Siena, di cui lei stessa fa parte, e molti comitati SNOQ in Italia hanno aderito allo sciopero. Cosa pensa di questa rinnovata vitalità femminile?

"E' il segno non solo del protagonismo femminile, che mi auguro non si fermi, ma soprattutto di una fetta di speranza nel rinnovamento di questo Paese e della classe dirigente".

Quali conseguenze sulla vita delle donne intravede tra le righe della manovra?

"In questa manovra, che ci tengo a ricordare è la terza in un anno, si profilano conseguenze molto pesanti per le donne. Il governo continua sulla strada intrapresa a partire dall'atto assurdo dell'innalzamento dell'età pensionabile delle donne del pubblico impiego e che, a questo punto, riguarda anche il settore privato. Io non
contesto che si debbano rivedere alcune regole previdenziali che riguardano le donne, ma questo può avvenire solo se si mettono in campo politiche di conciliazione e di alleggerimento del peso della famiglia. In altri Paesi europei è questo che è avvenuto, mentre da noi siamo partiti dalla conclusione di un circuito che non si è mai attivato. Ma non è tutto. I tagli che colpiscono il sistema degli enti locali si tradurranno in ulteriore peso sulle spalle delle donne. Mi permetto anche di aggiungere un altro elemento: nel nostro Paese lo studio ha rappresentato un'occasione di riscatto che le donne hanno vinto, continuare a colpire scuola e Università con  gravi tagli, significa ancora una volta colpire le donne".

Quest'anno le donne hanno denunciato il furto del tesoretto derivante dall'innalzamento dell'età pensionabile delle dipendenti statali. Adesso lei e alcune colleghe denunciate, attraverso un'interrogazione parlamentare, un altro scippo: quello ai fondi destinati ai centri antiviolenza.

"Sì. Questa è una storia che ha origine con l'inizio della legislatura. Nel primo provvedimento che il governo ha assunto, fra vari i tagli, figurava tutta la partita dei centri antiviolenza. Su questo tema abbiamo più volte presentato interrogazioni e mozioni, la stessa Ministra Carfagna si è impegnata ripetutamente a recuperare queste risorse, ma ad oggi non c'è nulla di certo. Al contrario, sappiamo dai centri antiviolenza di numerosi territori che la situazione è di grave sofferenza e che queste esperienze straordinarie rischiano di chiudere i battenti".

A che punto si trova l'iter dell'interrogazione?

"Al momento non abbiamo ancora notizie di calendarizzazione, credo che sapremo qualcosa a partire dalla settimana prossima. 

Il 3 agosto il Dipartimento delle Pari Opportunità ha pubblicato un bando di 3 milioni per il finanziamento della rete antiviolenza. Come giudica questa iniziativa?

"Spero che sia un inizio, ma sono poche le risorse per intervenire in questo campo ed è necessario che a questo atto ne seguano altri. Una cosa è certa: noi monitoreremo e vigileremo, perché è in gioco una realtà che non possiamo abbandonare, soprattutto in una fase di tagli così pesanti. Chi aiuterà le donne che hanno subito violenza se non chi aiuterà gli enti locali a mettere in campo politiche di aiuto? Per quanto riguarda la nostra Regione, ad esempio, gli enti si sono attivati moltissimo sul tema della violenza contro le donne, ma è evidente che se verranno messi in atto ulteriori tagli sarà difficile poter dare risposte qualificate".

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