lunedì 5 settembre 2011

La Cgil in piazza contro una manovra che rompe la coesione del paese e un governo nemico delle donne


Vi segnaliamo un articolo pubblicato su Delt@ sullo sciopero di domani, che include anche il nostro comunicato stampa.
”Uno sciopero per cambiare questa manovra, cancellare le norme che non vanno e cambiarne il segno sociale”. Così, la leader della Cgil Susanna Camusso ha annunciato nei giorni scorsi lo sciopero generale proclamato per il 6 settembre, con 100 manifestazioni territoriali.  Per il Lazio la manifestazione, che sarà conclusa dalla stessa Camusso,  si svolgerà  alle ore 9.00 da Piazza dei Cinquecento fino al Colosseo (Via S. Gregorio). Uno sciopero politico lo ha definito la leader della Cgil, “perché solo la politica può cambiare le condizioni del Paese”. Rispondendo poi alle tante critiche, soprattutto di Cisl e Uil sulla decisione di mobilitare il Paese, così come alle accuse di schierare il sindacato in uno sciopero preventivo, Camusso ribatte: ”Sappiamo che stiamo chiedendo ai lavoratori e alle lavoratrici uno sforzo economico straordinario, non c’e’ bisogno che ce lo dica qualcun altro, lo sappiamo benissimo, ma si chiede un sacrificio straordinario quando le condizioni sono straordinarie e queste lo sono, perché la manovra bis del Governo, che segue quella di luglio,  è bugiarda, profondamente ideologica,  e ancora, depressiva, perché frenerà ancora di più la crescita, e poi è una manovra centralista,  che abbandona il Mezzogiorno alla disperazione, e ancora  ideologica, per le norme sul lavoro  ”estranee ad una manovra di finanza pubblica”, e perché con la cancellazione di feste come il 25 aprile, 1 maggio o 2 giugno, si decide di cambiare l’anima di questo Paese”. Insomma, per Camusso questa manovra è profondamente ingiusta perché pesa solo su quelli che già pagano le tasse.
Invece, aggiunge Ivan Pedretti, segretario nazionale dello SPI – Cgil, “nessuna tassa sui grandi patrimoni, nessun contributo di solidarietà per i redditi oltre i 90.000 euro, mentre si colpiscono nuovamente le fasce di popolazione già duramente colpite con le misure del 2010 e con la manovra di luglio 2011 e successivamente con quelli che seguiranno i provvedimenti all’esame del Parlamento”.
Caduta la proposta di non conteggiare ai  fini del raggiungimento dei 40 anni di contributi per la pensione gli anni di servizio militare o chi ha acquisito la laurea dopo anni di studi, dopo aver innalzato a 65 anni l’età necessaria per accedere alla pensione di vecchiaia per le donne, nel mirino ci sono anche le pensioni di reversibilità, “perché come si sa (e il riferimento è alla proposta di Calderoli) le donne non hanno mai lavorato. E se pure l’hanno fatto, non è giusto che percepiscano due pensioni”. Lo scambio – sottolinea lo Spi – è dunque anzianità contro reversibilità. Un attacco becero alle donne, solo apparentemente rientrato”.
E meno male che questo è un governo amico delle donne!!!  è il lapidario commento diRosi Bindi, che su questo punto promette una dura opposizione e ricorda che, “A percepire questi assegni, spesso unica fonte di reddito sono prevalentemente vedove, donne che hanno passato una vita a lavorare per la famiglia, prendendosi cura dei figli, assicurando aiuto materiale, assistenziale, educativo, che ha prodotto una ricchezza anche economica per il paese senza che venisse mai riconosciuta o quantificata”.
 “Come se non bastasse  - ha dichiarato la presidente dell’Assemblea nazionale del Pd  - pur di non toccare gli evasori, i privilegi e i grandi patrimoni e ridurre sul serio i costi della politica, il Governo (ricordiamo che il decreto della manovra correttiva sarà in Aula al Senato martedì pomeriggio) non trova di meglio che colpire anche i diritti universali delle persone disabili, malati gravi e gravissimi che con l’assegno di accompagnamento coprono una quota dei costi delle badanti, supplendo così alle lacune di questo governo che non ha mai fatto decollare una seria rete di assistenza per i non autosufficienti. Bossi vada altrove a raccontare che la Lega difende le pensioni e la povera gente, perché alle sue mistificazioni e alla sua propaganda non crede più nessuno”.
”Davvero non c’e’ alcuna spiegazione razionale alla proposta del ministro Calderoli che se la prende con chi secondo lui ‘non ha mai lavorato’ – spiega Antonio Misiani, tesoriere del Partito democratico – dimenticando il peso che le donne si assumono e si sono sempre assunte nell’assicurare l’organizzazione della vita delle famiglie mentre non fa una piega su chi evade le tasse, su chi imbroglia lo Stato e la fa franca da sempre”. ”Di fronte a tanta sfrontatezza non ci sono parole”.
Per le donne dell’UDI di Napoli – che parteciperanno coi loro simboli allo sciopero e invitano tutte a esserci e a scandire le parole delle donne – “lo sciopero non basta, come non basta nessuna delle forme di protesta messe in atto in questi giorni dalle varie “parti lese”.
Nessuna delle proteste rappresenta tutto ciò che alle donne è stato inflitto e opposto con l’arma economica alle lavoratrici, alle casalinghe, alle madri, alle studentesse.
L’appartenenza al genere femminile è la risorsa, il serbatoio al quale attingere, senza contropartite, senza mai risarcimento.
Negli ultimi dieci anni di attraversamento “della crisi” sono stati rubati soldi alla sanità pubblica, ai centri antiviolenza, alle pensioni, al supporto alla vita degli aventi diritto alla solidarietà, dai bambini agli anziani, dagli svantaggiati fisici ai minori a rischio, alla salvaguardia dell’ambiente.
Questa finanziaria come tutte quelle che l’hanno preceduta è il frutto di una scelta ideologica: ignorare le donne nelle loro titolarità.
I diritti delle donne sono il punto di partenza per un cambiamento nel quale i privilegi non hanno spazio, la confusione è una delle strategie per non abbandonarli.
La nostra è una partecipazione che richiama tutti alla responsabilità di iniziare il cambiamento che tutti dicono di volere e che troppi non hanno il coraggio di affrontare”.
Anche le donne del 13 febbraio di Siena – comitato Snoq aderiscono allo sciopero dalla CGIL, e in un comunicato ribadiscono: Nell’ultimo mese abbiamo letto e udito dal governo le proposte più indecenti che dimostrano l’inaffidabilità e l’incapacità della maggioranza di gestire la cosa pubblica.
L’assenza di una seria progettualità suscita in noi una grande preoccupazione in particolare perché questa manovra che cambia continuamente aspetto, fa presagire  un futuro di precarietà, solitudini, forti disuguaglianze sociali.
In questo quadro già di per sé allarmante, sappiamo che le donne  pagheranno il prezzo più alto.
I tagli alla spesa pubblica e agli Enti Locali si tradurranno inevitabilmente nella riduzione drastica di servizi, già di per sé insufficienti a garantire un reale sostegno alle famiglie, in un paese dove culturalmente il lavoro di cura è affidato esclusivamente alle donne. Per le giovani donne tutto questo si traduce nel rinvio o nella rinuncia definitiva alla maternità.
In Italia meno della metà delle donne lavora e la maggior parte di queste sono precarie; nonostante ciò, questa manovra non lascia intravedere nessuna riforma strutturale che modifichi lo stato delle cose.
I dati ci dicono anche che è crescente il numero di donne che non cerca più  lavoro: non cercare più lavoro significa arrendersi alla propria condizione di subordinazione, chiudersi all’interno della famiglia che non sempre si rivela così protettiva, mettere una forte ipoteca sul proprio futuro rinunciando alla sicurezza della pensione.
Inoltre i continui balletti intorno alla riforma del sistema pensionistico, non tengono conto del doppio lavoro svolto dalle donne dentro e fuori casa.
Le conseguenze di tutto questo influiscono negativamente sul percorso di emancipazione e di autodeterminazione delle donne, riducendo gli spazi di libertà e di scelta che ognuna ha faticosamente conquistato.
Le donne del tredici febbraio di Siena, il 6 settembre scenderanno in piazza a fianco della CGIL per affermare i valori della partecipazione politica, della libertà, della responsabilità, dell’equità, della dignità del lavoro”.
Anche l’ Auser  sostiene e condivide pienamente le motivazioni dello Sciopero Generale contro una manovra fortemente iniqua, senza piani strutturali di contrasto all’evasione fiscale e di crescita economica.
“ Con le due manovre di luglio e di agosto, il Governo che aveva, fino ai giorni precedenti, sempre negato la gravità della situazione finanziaria, produttiva e occupazionale del Paese,  ha imposto più tasse a carico di chi già le paga (lavoratori dipendenti e pensionati), ha tagliato i servizi locali, si accinge, con la delega fiscale e assistenziale, a liquidare l’assistenza. Si tratta oltretutto di misure che aggravano la stagnazione produttiva e la crisi occupazionale.  Particolarmente deprecabili sono le misure contro l’inserimento lavorativo dei disabili e il rinnovato attacco ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.
E’ possibile una manovra diversa che leghi il risanamento dei conti pubblici al rilancio della crescita economica e dell’occupazione.
Auser sostiene la proposta della Cgil: un piano strutturale di contrasto all’evasione fiscale; l’introduzione di un’imposta patrimoniale ordinaria sule grandi ricchezze; un’imposta straordinaria sui grandi patrimoni immobiliari; la qualificazione e la valorizzazione dei servizi pubblici; la difesa della previdenza, della sanità,dell’assistenza pubblica; la difesa dei diritti democratici dei lavoratori.
Contro le inique manovre del Governo, a sostegno della piattaforma della Cgil, Auser invita i dirigenti, i volontari, i soci, i cittadini tutti a sostenere le ragioni dello sciopero e a partecipare alle manifestazioni indette per il 6 settembre”.
(Delt@ Anno IX, n. 162 del 19 luglio – 5 settembre  2011)

1 commento:

  1. Bell'articolo! Completo e esaustivo. Offre una bella visione a 360° delle motivazioni della protesta. Complimenti a chi lo ha redatto. La mia non è piaggeria, ma il giusto riconoscimento per un lavoro veramente ben fatto ( e poi non è giusto farsi sentire solo quando c'è da criticare). Grazie a nome di tutte le visitatrici del blog ! Ciao
    Gianna

    RispondiElimina