giovedì 19 maggio 2011

Confronto a Siena tra le donne del 13 Febbraio e i candidati a sindaco

(Siena)“Non suddite, ma cittadine” è la parola d'ordine che campeggia sullo striscione, che negli ultimi tre mesi ha sfilato per le strade senesi. Dietro a quello striscione ci siamo noi, le organizzatrici della mobilitazione delle donne “Se non ora quando”, che ha riempito Piazza Salimbeni a Siena il 13 Febbraio. In quella parola d'ordine, è sintetizzata l'azione tenace che stiamo intraprendendo insieme, dall'inizio di Febbraio, facendo frutto del lavoro e dell'esperienza di tante donne. Dopo aver dato vita alla ricca manifestazione del 13, infatti, abbiamo continuato a lavorare, ad interrogarci sui fattori che rendono il nostro sesso ancora discriminato e che ci confinano nella condizione di cittadine di serie B, quindi suddite.
Fin dal primo momento, è stato forte il desiderio di rivendicare un ruolo da protagoniste, di agire con tutto il nostro peso e la nostra forza una cittadinanza piena,
attiva, di pensarci come un soggetto politico, in grado di confrontarsi con il governo della città. Questo desiderio è maturato in un momento particolare, mentre Siena si stava preparando ad eleggere il nuovo Sindaco e, visto che i tempi di azione non sono un fattore secondario, abbiamo voluto iniziare da qui: dalle elezioni amministrative. Abbiamo deciso di confrontarci con i candidati a sindaco, tutti, dal momento che la condizione diseguale delle donne è un problema decisamente trasversale e lo abbiamo fatto, andando dritte al punto: cosa desideriamo cambiare. Facendo tesoro, tra le altre cose, del lavoro svolto dalle donne dell'archivio dell'UDI, presentato in città il 26 Marzo, abbiamo definito cinque richieste, che rappresentano il nostro desiderio e il nostro punto di vista sulla collocazione delle donne nel mondo, da sottoporre ai candidati a sindaco. Le cinque richieste sono le seguenti:
1) Assunzione linguaggio non sessista in tutti gli atti e i luoghi di discussione del Comune: ciò significa declinare al maschile e al femminile, nominare entrambi i sessi, perché nominare un soggetto significa, in primo luogo, riconoscerlo;
2) introduzione del divieto di affissione dei manifesti pubblicitari che offendano la dignità femminile;
3) rappresentanza proporzionale di genere femminile negli organismi del Comune e di nomina dello stesso, resa effettiva, anche attraverso un Albo delle competenze femminili;
4) apertura di una casa delle donne e, in concomitanza, di una casa per donne vittime di violenza;
5) istituzione di un Tavolo permanente di consultazione sulle questioni di genere.
Hanno accettato l'invito a confrontarsi con noi tutti i candidati a sindaco e, molti di loro, si sono presentati all'appuntamento con le donne candidate nella loro lista. Ogni incontro è stato modulato da un linguaggio diverso, al fine di far incontrare la nostra elaborazione con esperienze e pratiche linguistiche e politiche diverse dalla nostra. Il bilancio di quest'esperienza è risultato indubbiamente positivo: tutti i candidati, infatti, si sono resi disponibili a prendere in considerazione le nostre proposte e, in molti casi, sono state avanzate idee su come realizzarne alcune. Inoltre, ogni volta che all'incontro hanno partecipato le donne candidate in lista, è emerso forte e chiaro che, nonostante le diversità e la mancanza di condivisione su alcuni aspetti della riflessione di genere, la condizione della donna, i problemi e le difficoltà con cui è chiamata a confrontarsi, sono trasversali, toccano tutte, indipendentemente dalla provenienza politica, e ci accomunano, non solo in negativo, ma soprattutto nella voglia di cambiamento e nel desiderio di impegnarsi per ottenerlo. (fonte c.s. Le donne del 13 Febbraio Siena) (Delt@ Anno IX, n. 106 - 107 del 13 - 14 maggio 2011)

Nessun commento:

Posta un commento